Nel 2019, circa 3,48 miliardi di utenti hanno navigato nei social media, incontrando e scontrandosi ogni giorno con individui di ogni età e genere.
Con il termine social media, si indica il complesso di tecnologie che permettono la diffusione della cultura e delle informazioni, che si sono sviluppate in una società moderna in seguito all’ultima rivoluzione industriale.
I problemi di questa nuova era sono incalcolabili, in quanto i mezzi tecnologici non assicurano unicamente maggiore rapidità ed efficacia nella comunicazione, ma investono i valori qualitativi della società, allo scopo di giungere ad una vera e propria rivoluzione antropologica. Cosi facendo è possibile creare una netta distinzione tra uomo primitivo e uomo contemporaneo, poiché oggi per mezzo (ad esempio) dei notiziari televisivi l’individuo conosce ciò che accade in ogni angolo del pianeta a differenza dell’uomo primitivo la cui vita era semplicemente scandita dall’attività lavorativa e a volte scossa da notizie provenienti dall’unico ambito famigliare.
Tuttavia, secondo il sociologo McLuhan, esiste un collegamento tra l’uomo contemporaneo e gli abitanti dei villaggi primitivi: entrambi vivono in comunità tenute insieme da legami fondati sull’emotività più che sulla ragione, in cui la diffusione delle notizie è affidata ad un veloce “tam tam” orale, che rende tutti partecipi di ciò che può interessare il gruppo.
Un chiaro esempio della società attuale è quello offerto da Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che a soli sedici anni ha dato inizio ad una protesta mondiale per il conseguimento di misure più efficaci contro i cambiamenti climatici, diventando una musa ispiratrice nella lotta contro il riscaldamento globale. Tuttavia ci sono giornalisti politici ed opinionisti che la denigrano per il suo aspetto, per il patrimonio famigliare o ancora perché non convinti delle sue teorie, affiancati da coloro che la criticano per favorire la propria notorietà.
Come nasce il “fenomeno” Greta Thunberg? A cosa è dovuto il “successo” di una ragazzina che in poco tempo ha parlato ai potenti della Terra? Forse, la carta vincente di Greta è stata quella di coinvolgere una generazione di giovani cresciuti in una diffusa sensazione di instabilità e insicurezza, dando voce alla loro ricerca di autenticità e alla propensione di pensare in grande? Probabilmente non è questo il vero problema, visto che, così facendo, il 15 marzo 2019, in 125 Paesi del mondo, oltre un milione e cinquecentomila studenti hanno fatto lo “sciopero della scuola per il clima”. Eppure, nonostante l’importanza della rivendicazione che porta avanti e di cui si continua ancora a parlare, il disprezzo verso la giovane attivista è incessante.
Allo stesso modo è ingiustificato l’odio riversato nei social su Liliana Segre. Nata da una famiglia ebraica, ha vissuto in prima persona le persecuzioni razziali nazi-fasciste. Per molto tempo non ha raccontato le sue orribili vicende personali, in seguito è diventata uno dei testimoni viventi della Shoah, così che il suo impegno l’ha portata ad ottenere diversi riconoscimenti e nel 2018, durante l'80° anniversario delle leggi razziali fasciste, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella l’ha nominata “senatrice a vita" per “altissimi meriti nel campo sociale”. Tuttavia, nel 2019 la senatrice è stata oggetto di gravissime offese e minacce, motivo per cui le è stata affidata una scorta che la accompagna nei suoi spostamenti.
Il fattore scatenante dei costanti attacchi rivolti alla sua persona è legato alla sua mancata condivisione di decisioni politiche sull’immigrazione, infatti Liliana Segre vuole raccontare ai giovani la follia del razzismo che ha lei stessa ha vissuto, la barbarie della discriminazione e della istigazione all’odio.
Per motivi politici, religiosi o razziali. Ma non solo: gli insulti sui social si scatenano su qualsiasi tema. E si moltiplicano gli “ haters speech" che diffondono notizie false per alimentare la violenza. Un fenomeno che in tanti si stanno impegnando a fermare.
“È più facile di quanto si creda odiarsi. La grazia è dimenticare” (Georges Bernanos).
Francesca Cassano IVBu Liceo Bianchi Dottula - Bari
Hate speech e social media
- Dettagli
- Inserito da Laura Triggiani
- Visite: 253