Molti si sono chiesti, compresa me, di chi sia realmente la colpa. Dei genitori o dei ragazzi? Personalmente, ho le idee molto chiare: nessuno nasce bullo, vandalo o razzista. Si diventa così per l’influenza delle persone che ci circondano. Penso che ogni genitore abbia l’obbligo morale di educare i figli, ma sempre nella giusta direzione.
Immaginate se un figlio crescesse con un padre ladro e vandalo. Molto probabilmente anche lui seguirebbe la sua stessa strada. O ancora: immaginate se crescesse in una famiglia con troppe restrizioni: non si esce, si può andare solo a scuola e a casa di parenti, alle nove a casa e niente uscite con gli amici, neanche il sabato. Molto probabilmente il figlio si sentirebbe, così, privato della sua libertà, fino al punto di lasciare tutto e frequentare le cosiddette “cattive compagnie”.
Inoltre penso che l’educazione impartita dai genitori debba essere prima di tutto il più equilibrata possibile, si debba basare sul rispetto reciproco, e non solo, anche sul rispetto da mostrare a tutti.
Pochi giorni fa ho visto un video che riprendeva un gruppo di ragazzine che circondavano una giovane indifesa, mentre due di loro la aggredivano. L’ho visto solo in parte, per quanto mi faceva ribrezzo. Per quale motivo tutta questa violenza? Un ragazzo. Picchiare per un semplice ragazzo.
In tutto questo mi sono chiesta: ma i genitori, dov’erano? Io penso che se avessero impartito una buona educazione alla loro figlia, non sarebbe successo nulla di tutto ciò.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma non è solo colpa dei genitori, ci sono anche gli amici che possono influenzare negativamente i ragazzi”.
È vero, può succedere. Ma ciò che penso io è che i genitori abbiano anche il dovere di aiutare i propri figli a scegliere buone amicizie, ad insegnargli cosa sono realmente gli amici, le qualità che dovrebbero avere, e quindi scegliere chi sì, chi no, e chi mai più.
Ovviamente esistono ragazzi ribelli, che non accettano neanche la giusta educazione. Ma penso che ogni genitore abbia il dovere, nei confronti dei propri figli, di provarci. Anzi non solo nei confronti dei figli, ma anche del mondo, che sarebbe sicuramente un posto migliore senza queste persone violente.
Vorrei citare anche la mia esperienza personale. Alle elementari e poi alle medie avevo una compagna molto brava a scuola, ma non molto gentile. Riteneva le persone diverse da lei “sfigate”, soprattutto me. Un giorno fummo scelte per svolgere un lavoro insieme, e mi invitò a casa sua. Conobbi i suoi genitori e notai come si comportavano con lei: era la principessa di casa, ogni cosa che diceva era legge. Prima me la prendevo con lei, ma adesso capivo che la colpa di questo suo atteggiamento era da attribuire ai genitori. Essi dovrebbero insegnarci ad essere gentili con tutti, ritenerci uguali, ad avere rispetto e ad essere amici di tutti, senza pregiudizi.
Alla fine, dico che quando si decide di volere un figlio, si deve anche pensare poi a tutti i doveri e i compiti da assolvere: un genitore deve essere un professore, un amico, un fratello, un compagno, un aiuto, un consigliere e una guida morale.
Anche se sono una semplice ragazza di 15 anni e non sono nessuno per consigliare degli adulti, vorrei dire una cosa a chi vuole diventare genitore: pensate bene alla vostra decisione, perché il futuro del mondo dipende da come educherete i vostri figli.
Sabrina Dammacco IBe LES, Liceo Bianchi Dottula - Bari
Educare: un dovere nei confronti del mondo
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- Inserito da Laura Triggiani
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