Insomma, anche quando muore qualcuno, il mondo lo deve sapere, e poi vai con i "like", i commenti e i cuoricini; credo proprio che si esageri un po'. È vero, siamo tanti, ma tutti dietro lo schermo del PC o del telefono, in attesa di risposte su ciò che si posta, come se le nostre idee, e noi stessi, dipendessero da ciò che piace alla società che ci giudica da una foto.
Non voglio un mondo così, senza sentimenti reali, e che si basa sulle apparenze per dire se sei giusta o no. Che vite vuote e quanta solitudine!
Il bello è il confronto diretto con persone che ti conoscono veramente, con le quali parli faccia a faccia, che litigano, o gioiscono guardandoti negli occhi, che ti raccontano un segreto sottovoce nell'orecchio, che sappiano ancora abbracciare, consolare e farti sentire che puoi contare su di loro.
La nostra generazione sta perdendo il contatto con la realtà, ed anche se in questo momento tutto il mondo trema per la paura del Coronavirus, forse, una pausa di riflessione la stiamo facendo tutti. Anche se la solidarietà sta passando attraverso un filo, o messaggio, ci stiamo rendendo conto che serve a tutti un po' di normalità, di umanità, la necessità di sentirsi vicini e uniti ora che non si può.
È proprio vero che si apprezzano le cose dopo averle perse.
Sono sicura che faremo tesoro, per il nostro bene e il nostro futuro, anche di un abbraccio appena questo periodo finirà.
Rosa Ferrareis IIB LES, Liceo Bianchi Dottula - Bari