«La Costituzione è un testamento di centomila uomini»: così esortava Piero Calamandrei, padre costituente, nel 1955 durante un discorso tenuto presso l’Università di Milano ad un gruppo di giovani. La Costituzione è la traduzione di una nuova storia, durante la quale sono state risparmiate, alle generazioni future, le sofferenze indescrivibili che avevano subito quelle precedenti attraverso le due guerre mondiali, l’olocausto e l’oppressione di una società ormai priva di libertà. Ecco perché la costituzione è un testamento di vittime, morte per affrancare la libertà e la dignità che fu sempre loro negata.
Oggi, si può realizzare un mondo libero in forma democratica e non totalitaria. Lo Stato deve far crescere il cittadino, attraverso lo scambio di idee, al fine di superare gli ostacoli trovando soluzioni di gruppo, come comunità.
La parola democrazia indica una forma di governo in cui il potere è esercitato dal popolo. Nella democrazia il popolo elegge le persone che lo devono rappresentare, in modo da garantire a ogni cittadino la partecipazione all’esercizio del potere. La democrazia può essere una democrazia diretta, quando il popolo esercita direttamente il potere, come succedeva nell’antica Grecia. Invece nella democrazia indiretta (detta anche rappresentativa o parlamentare) il popolo esercita il suo potere attraverso rappresentanti eletti dal popolo. Questi rappresentanti formano il Parlamento, cioè l’assemblea politica che partecipa all’esercizio del potere facendo le leggi.
Potrebbe essere necessario – come dichiarava Norberto Bobbio - dare una definizione minima della democrazia. Quando parliamo di democrazia, dobbiamo intenderla in un certo modo limitato, cioè attribuendo al concetto di democrazia alcuni caratteri specifici sui quali possiamo esser tutti d'accordo. Per dare una definizione minima di democrazia, bisogna dare una definizione puramente e semplicemente procedurale: vale a dire definire la democrazia come un metodo per prendere decisioni collettive. Si chiama gruppo democratico quel gruppo in cui valgono almeno queste due regole per prendere decisioni collettive: 1) tutti partecipano alla decisione direttamente o indirettamente; 2) la decisione viene presa dopo una libera discussione a maggioranza.
Queste sono le due regole in base alle quali pare che si possa parlare di democrazia nel senso minimo e ci si possa mettere facilmente d'accordo per dire dove c'è democrazia e dove democrazia ancora non c'è.
Miriana Lafronza – Liceo “G. Bianchi Dottula” Bari - Classe 5^ BU Scienze umane
Per una definizione minima di democrazia
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- Inserito da Lia De Marco
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