Tra le strade della città, se si osserva con uno sguardo più attento, è possibile collezionare volti e sguardi, perché è lì che si nasconde la felicità di un tempo. Stiamo dimenticando cosa significa possedere il segreto della felicità, “l'arte di essere felici”, probabilmente perché quando proviamo questa emozione, per paura che possa essere solo un'illusione, la "obblighiamo" a consumarsi.
Siamo troppo concentrati sui risultati anziché sulle persone, trascuriamo di prenderci cura di noi stessi come essere viventi, chiamati a essere ogni giorno sempre più vivi. Siamo indirizzati a sperimentare un destino insolito ma ci accontentiamo di attraversare la ripetizione di giorni senza gioia. Accade tutto ciò solo per paura di rimanere delusi. La diffusa infelicità, soprattutto del nostro tempo, ma anche di quelli passati e futuri, è causata dalla carenza delle passioni felici, come ad esempio il trasporto per chi e cosa si ama.
La nostra epoca è segnata da emozioni superficiali ma assetato di sentimenti profondi, è spenta per mancanza di destini che diventano destinazioni, cioè quella condizione in cui prendiamo le redini della nostra vita così com'è e la facciamo fiorire, trasformando ciò che ci capita in scelta, ciò che ci è dato in desiderio e ciò che abbiamo in passione.
Lo smarrimento è un'espressione tra le più diffuse nei volti della gente e costituisce il grido di angoscia di una generazione in fuga dall'esistenza. Esiste un metodo per la felicità duratura, uno stare al mondo senza rimanere schiacciati e senza ricevere sofferenze, anzi trasformandoli in elementi indispensabili per vivere pienamente la nostra esistenza?
Almeno una notte, tutti vogliono sentirsi parte di una storia infinita, nella quale al cadere di una stella si avvera un desiderio, come se i nostri sogni fossero collegati ai cambiamenti dell'universo secondo una logica perfetta. In quel momento sentiamo di meritare quella sensazione di “bellezza” e si fa strada in noi la fiducia che possiamo coltivare i nostri desideri affinché fioriscano. Abbiamo l'impressione di poter finalmente afferrare la vita e farla nostra: vogliamo la Luna e non ci sentiamo stupidi a desiderarla.
Solo la fedeltà alla propria vita, la trasforma in espressione di possibilità, anche quando la realtà sembra ostacolarci la strada; una lotta per essere felici anche quando tutto il mondo ha una corrente opposta.
Il coraggio di avere un destino e farsene carico, cogliendo i momenti per cui vale la pena vivere è un’arte che si impara durante tutta la vita. Basta poco per risvegliare quel fuoco nascosto dalla cenere, rianimare quella speranza coperta dalle ferite che ci ha procurato la vita.
L’uomo, oltre a essere, è divenire, e l’adolescenza è la tappa più importante e perfetta per esplorare la realtà che ci circonda, attraversando una crisi piena di interrogativi, cercando il fuoco che innesca la passione per la vita, perché i loro cuori che sono assetati di bellezza, infinito, purezza, amicizie e amori che alimentano il loro destino e la loro fragile esistenza.
Sicuramente tutti noi siamo ciò che abbiamo paura di dire e di fare, ciò che tratteniamo e non abbiamo il coraggio di far uscire. Dentro di noi c'è un'insoddisfazione perenne che non ci lascia mai soli e che un po’ ci consola, ma quando stiamo con le persone che ci fanno sentire a casa, queste sensazioni si spengono.
L'unico modo per vivere interamente la nostra vita è mettere alla prova il nostro fuoco, ribellarci ai limiti che ci impongono e proprio durante la giovinezza questa “sete di vivere” è più profonda.
Solo il fiore che viene raccolto nelle prime ore del mattino rilascia tutta la sua fragranza. Ogni cosa ha il suo momento giusto e forse noi dovremmo essere felici con la nostra solitudine e attendere quel momento come il fiore.
Simona Pia Pitarella – Liceo “G. Bianchi Dottula” – classe 5^BU Scienze umane
L'arte di essere felici
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- Inserito da Lia De Marco
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