Attualmente in Italia il razzismo è ancora presente, ma si manifesta in maniera differente rispetto al passato. Fino a 50 anni fa non destavano alcuna reazione gli insulti nei confronti di persone provenienti da altri Paesi. Oggi, invece, la situazione è cambiata: la maggior parte degli individui non userebbe mai il termine negro per far riferimento ad una persona di colore. In precedenza non era così perché tale termine veniva utilizzato per definire i popoli e le tribù africane. Ma a causa della tratta dei Negri e delle successive discriminazioni, il termine ha assunto una connotazione negativa. Eppure ciò non significa che il razzismo sia scomparso, ma resta nascosto e si traduce in comportamenti che spesso passano inosservati: una donna che in metro si allontana da un ragazzo nero, un bambino che a scuola non vuole giocare con il nuovo compagno di classe africano, una ragazza che cambia strada dopo aver visto un gruppo di ragazzi neri, e si potrebbe continuare ancora. Nonostante i tempi siano cambiati, il razzismo è ancora radicato nella società e resta sempre un argomento di grande attualità: lo dimostra la canzone N.E.G.R.A. di Cecile Rafé, presentata nella categoria Nuove Proposte al Festival di Sanremo: «Negra, Negra, Negra ma quando mi vedi nuda, nuda, nuda vado bene anche se sono N.e.g.r.a, N.e.g.r.a, N.e.g.r.a» Il testo della cantante romana di origine camerunese, classe ’94, fa riferimento in particolare alle donne di colore, che nonostante siano considerate inferiori, vengono viste solo come oggetti sessuali. Purtroppo le diverse manifestazioni di razzismo sono difficili da sconfiggere, ma si può sempre provare a combatterle: il cambiamento deve partire dal singolo individuo; tutti devono imparare a convivere con persone provenienti da altri Paesi, con un colore di pelle diverso, culture diverse e storie diverse.
Tagarelli Margherita – Liceo scientifico “E. Majorana” - Mola di Bari
"Negro" o di colore?
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