IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Il bullismo è un atteggiamento violento da parte di ragazzi o bambini nei confronti di altri coetanei. Questo atteggiamento si manifesta con atti di prepotenza, abuso fisico e psicologico, laddove un soggetto “forte” minaccia un soggetto più “debole”. Dove avvengono principalmente questi atti di bullismo? Secondo l'ultimo rapporto Istat, tra i ragazzi che usano cellulari e internet il 5,9 % ha denunciato di aver subito molestie tramite sms, mail e social network. Le vittime che subiscono maggiormente queste azioni persecutorie sono le ragazze. Il 78% dei soggetti che frequentano le scuole elementari e medie, solo nell'ultimo anno, sono state vittime di bullismo. Sono innumerevoli i casi di bullismo che ogni giorno riempiono le prime pagine dei giornali, e con articoli che vengono letti durante i programmi televisivi. Il bullismo altro non è che una forma di ignoranza che viene manifestata danneggiando soggetti molto più deboli, che non riescono a difendersi da tutto ciò. Tra tanti casi, uno più recente è quello riguardante una ragazzina di 12 anni di Pordenone che, disperata, si è gettata dal secondo piano della propria abitazione per farla finita. Erano troppe infatti le azioni di bullismo che subiva da molti mesi da parte dei suoi compagni di classe, si legge su Repubblica. “Adesso sarete contenti” ha scritto ai compagni di classe e, prima del suo gesto, ha anche scritto ai genitori per chiedere scusa. Questi episodi devono indurci a riflettere e a porci alcuni interrogativi. Primo tra tutti: perchè questi atti di bullismo avvengono soprattutto nelle scuole? Come dice una psicologa, Flavia Di Muro, in un articolo dal titolo “Bullismo nelle scuole”, la causa di queste azioni è la mancanza di una figura di riferimento per gli alunni, che richiedono più attenzioni e considerazione da parte dei loro formatori. Ma non sempre le situazioni diventano chiare e manifeste, perché la paura dell’aggressore o le sue minacce creano un muro di omertà e silenzio. Bisognerebbe insegnare a tutti a trovare il coraggio di parlare, per poter ricevere adeguato e tempestivo aiuto. Ogni giorno si spera che tutto questo non avvenga più, ma non sarà mai così. Nel nostro piccolo ognuno di noi può far tanto, basterebbe non associarsi ai vari “cretini” e denunciare le situazioni vissute o di cui si conosce la realtà. E' incredibile come nel 2016 si parli ancora di bullismo, e combatterlo è a tutti gli effetti un nostro dovere. Come oggi è capitato ad un bambino “qualunque”, un giorno al suo posto potrebbe esserci un nostro parente, o ancora peggio nostro figlio.

Rossella Santo, Massimiliano Marinelli, Liceo scientifico "E. Majorana", Mola di Bari

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