Ciccione. Tappo. Sgualdrina. Brutto. Secchione. Sono parole a cui siamo ormai abituati e che sfiorano tutti i giorni le labbra delle persone in una smorfia di disgusto e volano leggere come una piuma, senza un peso, come se non avessero una reale importanza ed un vero impatto sulla vita di colori ai quali sono destinati, perché “si scherza, in fondo sono solo parole”. Tutte le cose, perfino le più insignificanti, possono manifestare invece un peso insopportabile, e così anche le parole pronunciate senza attenzione fuoriescono leggere come una piuma. Non bisogna però mai dimenticarsi che quest’ultima, agitandosi leggiadramente per aria, è soggetta alla forza di gravità e ne è controllata, rivelando anch’essa il suo reale peso che, all’apparenza, può sembrare nullo. Gli stereotipi, gli insulti sono così: ci ingannano, mostrandosi a prima vista irrilevanti ma diventano poi macigni insostenibili che si posano sulle spalle delle persone, chi più chi meno capace di sostenerli.
E così anche i pregiudizi sono tante piccole parole, tante etichette che vengono attribuite alle anche persone poco dopo averle conosciute, in base ad un’idea spesso frettolosa e superficiale che si crea nella nostra mente a prescindere dall’effettiva realtà. Sarebbe impossibile al giorno d’oggi non avere pregiudizi sulle persone: i bambini, gli adolescenti, gli adulti di questo secolo sono ormai abituati a giudicare gli altri secondo ciò che vedono e basandosi principalmente sull’apparenza. Avere dei pregiudizi per la società in cui viviamo è, quindi, completamente normale ed è un meccanismo che si attiva automaticamente nel nostro subconscio. E’ fondamentale, però, non vivere secondo questi stereotipi, non giudicare le persone seguendo questa idea veloce che ci siamo fatti di loro, ma desiderare di conoscerle, situazione che ci potrebbe portare a provare il contrario di ciò che abbiamo inizialmente pensato e scoprire personalità nascoste e diversissime. Purtroppo però, al giorno d’oggi i pregiudizi ci vengono attribuiti ancora dalla società e si attaccano sulla pelle della gente diventando quasi inseparabili dalla persona vera e propria, costruendone un’immagine stereotipata.
Viviamo in un mondo controllato dall’odio, dall’indifferenza, dalla rabbia (acuitasi dopo la pandemia) , dai social e la società che ci circonda fa apparire sbagliati ai nostri occhi qualsiasi cosa al di fuori dagli standard, dalla “normalità”, se solo ne esistesse realmente una uguale per tutti. Ci troviamo circondati da persone che non credono in noi, che puntano il dito contro chi è troppo magro o sovrappeso, chi indossa una scollatura o vestiti troppo accollati, chi ama leggere o andare in discoteca, e sembra che qualsiasi cosa facciamo venga pesata attentamente. Viviamo in un mondo nel quale se non ti adegui alla massa sei sbagliato, se non sei sui social non sei nessuno. Siamo osservati minuziosamente dagli occhi giudici della società che assomiglia a Big Brother, ad un’entità che vuole controllarci e renderci uguali, che ha bisogno di etichettare. Alla fine, non c’è nessun canone, nessuna legge che stabilisca cosa sia normale e cosa no e, considerando la diversità degli abitanti e delle cose presenti sul nostro pianeta, direi proprio che una normalità non esiste.
E’ quasi impercepibile l’esitazione nelle voci delle persone oppresse dai pregiudizi, soffocati dalla paura che ciò che diranno verrà ritorto contro di loro producendo nel loro animo cicatrici indelebili. Non si può capire dall’esterno quando una persona stia soffrendo, perché ognuno ha un modo diverso di accettare il dolore: c’è chi piange, chi è indifferente, chi riesce a girare il tutto sull’ironia, chi urla; ma io penso che tutti, in un modo o nell’altro, soffrano a causa dei pregiudizi che vengono loro attribuiti
Picchiare ed essere picchiati, giudicare ed esser giudicati, abusare ed esser abusati. Ripetiamo ogni giorno sia azioni buone sia cattive e combattiamo solo per non essere noi gli sconfitti, siamo delle pedine in un gioco di sopravvivenza in cui vince il più furbo e il più aggressivo. Vivere così è triste, certe volte anche vano. Nonostante questo, pur sapendo che perderemo tutto, pur sapendo che scompariremo, dobbiamo avere il coraggio e la determinazione di mostrarci nella nostra vera realtà, in ciò che siamo veramente, che ci piace fare e che ci suscita emozioni.
Desideriamo diventare qualcosa di bello, e allora dobbiamo scegliere se vivere per noi- pur sapendo che non saremo accettati da tutti -o per la società, composta da molte persone “malate” e con una mentalità distorta che non sanno apprezzare le piccole cose che rendono veramente bello questo mondo. Se ognuno di noi scegliesse di vivere per sé, imparando ad amarsi per quello che è e non per quello che appare, sconfiggeremmo una società giudicatrice e sgretoleremmo i pregiudizi da cui è formata. Ma per fare questo dobbiamo avere una grande forza interiore che, soprattutto quando si è adolescenti, è difficile trovare in se stessi essendo troppo occupati ad uniformarsi agli altri.
Cosa pensano di me? Cosa si stanno dicendo? Ho una maglietta troppo scollata? sono molti degli interrogativi che tutti i ragazzi si pongono quando incontrano altre persone. Ma la verità è che siamo troppo occupati a chiederci cosa pensino gli altri di noi dal punto di vista estetico senza concentrarci su una cosa fondamentale: vivere.
Noi siamo ragazzi, ci piace assaporare i brevi momenti che ci portano felicità o serenità d’animo, istanti fugaci che non abbiamo neanche il tempo di sfiorare con i polpastrelli che già ci sono sfuggiti via. Ci piace litigare, fare il bagno a mezzanotte, correre sotto la pioggia, ridere fino ad avere i crampi alla pancia, fantasticare sul primo bacio, perderci nella musica o magari appassionarci ad un libro nuovo. A noi, che spesso ci sentiamo senza speranza, minuscoli ed insignificanti in un mondo troppo grande, piace provare emozioni, emozioni derivanti anche dai piccoli gesti quotidiani.
Tutti hanno delle passioni, non importa se siano i videogiochi, la musica, uscire con gli amici, leggere, fare sport, ciò che è fondamentale è che suscitino sensazioni in noi. E quando si trova qualcosa che ci piace non bisogna mai lasciarla andare per nessuna ragione, ma dobbiamo aggrapparci ad essa con tutta la nostra forza anche se si viene giudicati come strambi, anticonformisti, particolari, perché la cosa realmente importante è aver trovato la felicità cercando di realizzare i nostri sogni o, almeno, qualcosa che le possa somigliare.
Sara Stornelli - classe 5^AL Liceo Linguistico "Bianchi Dottula" Bari
Un mondo di pregiudizi
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- Inserito da Lia De Marco
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