L’uomo è un “animale sociale”, che utilizza un linguaggio articolato per trasmettere informazioni. Egli comunica ed ha bisogno di comunicare per crescere.

Al giorno d’oggi la comunicazione tra le persone si è diffusa attraverso i mass media. Viviamo in una società in cui si comunica  in tempo reale da ogni parte del mondo: il cosiddetto ‘villaggio globale’.Secondo il mio punto di vista, ovvero quello di una persona abituata sin da subito ad essere in contatto con la tecnologia ,le informazioni sono tantissime ed è molto difficile capire quali siano i fatti reali, rispetto a quelli manipolati.. invece devono avere lo scopo di far ricevere notizie che invitano a riflettere, ad aprirsi all’altro, invitare a tendere una mano. Invece un mezzo come la televisione viene visto solo a scopo di intrattenimento ed anche gli eventi più drammatici, come le diverse guerre nel mondo arabo e l’emergenza dei migranti, vengono diffusi con un senso di spettacolarizzazione. Noi guardiamo questi eventi da casa, a pranzo o a cena, oppure nei luoghi più vari  attraverso internet e la telefonia mobile, come se fossero un film inventato da un regista, e non come un evento che sta davvero accadendo nello stesso mondo in cui stiamo vivendo. Ogni realtà ci sembra estranea, come se non facesse parte del nostro vivere quotidiano. Diversi studiosi dei mass media affermano che la televisione crea soltanto notizie spettacolarizzate e falsi miti. Un tempo, anche l’epica o la poesia trasformavano notizie di eventi in grandi miti, ma questi avevano una grande importanza formativa e pedagogica. Tanti miti hanno avuto lo scopo di rafforzare l’identità di un popolo. Oggi, invece, manipolare le notizie, a mio parere, non porta dei vantaggi nei confronti del pubblico, ma avvantaggia soltanto chi  le emette. Bisognerebbe quindi non prendere tutto per vero ciò che ci viene raccontato dai media.  Chi controlla i mass media ha la necessità di avere il maggior numero di spettatori e ciò gli consente di prendere più pubblicità e quindi di guadagnare di più. Il marketing pubblicitario comanda sul successo o insuccesso di un programma. Da qui la spinta a publicizzare  ogni evento oppure a mandare in onda programmi superficiali, pieni di banalità e pettegolezzi, in grado di catturare le menti più deboli. È ciò che succede con trasmissioni inutili come “Il grande fratello”, “Uomini e donne” o “L’isola dei famosi”. Inoltre, la tv si sta dimostrando sempre più importante anche per la politica: oggi non vince più chi propone programmi ,ma chi riesce a  coinvolgere di più gli spettatori. Infine, con la presenza  della multimedialità si va perdendo, o per lo meno indebolendo, la comunicazione “faccia a faccia”.A tale proposito si può tristemente vedere in giro, l’utilizzo eccessivo degli smartphone che ci rende soli anche in mezzo a tanta folla: tutti a testa bassa con gli occhi puntati sul display, ci si parla senza guardarsi in faccia. Anche durante una passeggiata tra amici, ci si estrania frequentemente per mettersi a guardare chi ci ha scritto su facebook, chi ci ha messo i like o ci ha mandato l’amicizia, chi ci ha contattati su Whats app ecc…. Il gruppo diventa così solo un insieme di solitudini .Ogni volta ognuno di noi crea un proprio ‘io’ alternativo nei vari social, per cui non bisogna più controllare solo la vita vissuta nel mondo reale, ma bisogna controllare anche la propria vita virtuale. Si rischia di fondere i due mondi e questo porterebbe gli altri a non  capire qual è la nostra reale personalità. Tutti noi indossiamo già delle maschere diverse a seconda delle situazioni, nella vita reale. Rischiamo di moltiplicare le nostre maschere anche in quella virtuale con tutte le conseguenze psicologiche e sociali che ne deriveranno. Senza un oculato uso dei mass media, rischieremo di danneggiare i legami fondanti della comunità!!

Mirea de Nicolo, Liceo "T. Fiore" di Terlizzi, III Aes