Bari, 13 febbraio 2016 - #Svegliatitalia, è l’hashtag che sta spopolando in questi giorni sul web e che è arrivato ormai su tutti i giornali. La sua risonanza è tale che è uscito dalla rete ed ha colorato più di cento piazze italiane, con manifestazioni pacifiche in favore del ddl Cirinnà, riguardante le unioni civili tra coppie omosessuali. Perché l’Italia dovrebbe svegliarsi? Perché insieme ad altri sette paesi europei (Bulgaria, Cipro, Romania, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia) ha delle leggi che non disciplinano le unioni civili. Per questo motivo l’ormai alto numero di coppie omosessuali non vede riconosciuta la loro unione;per di più se una coppia straniera dovesse decidere di trasferirsi nel nostro Paese, la loro relazione, riconosciuta legalmente nel paese d’origine, verrebbe considerata come “stabile debitamente attestata”. Tutto questo quindi nel XXI secolo è ovviamente inaccettabile e se ne stanno rendendo lentamente conto, oltre che i giovani e gli italiani in generale, anche molti membri del nostro parlamento, tra cui la già citata parlamentare Pd Monica Cirinnà, firmataria del ddl e intervenuta durante la manifestazione in piazza del Pantheon a Roma per assicurare che il disegno di legge è per i diritti e contro nessuno; ha inoltre precisato che la legge sulle unioni si fonda sull’art. 2 della Costituzione italiana e non sull’art. 29 riguardante i matrimoni. Già proprio i matrimoni, il punto contestato dagli oppositori di questa legge tra cui la stessa Chiesa, ma anche molti politici come Roberto Maroni e Carlo Giovanardi; vari prelati e lo stesso Papa Francesco condividono questa convinzione ovvero quella secondo cui alle coppie omosessuali vadano riconosciuti i diritti individuali della persona ma non quelli propri dell’istituto matrimoniale. Per contrastare queste “proteste” del tutto pacifiche, si è arrivati a compiere un atto che oserei definire offensivo verso l’uguaglianza e l’equità che dovrebbe caratterizzare qualsiasi Paese, ovvero l’illuminazione del Pirellone a Milano con la scritta “Family Day”con un atto rivendicato dal governatore della Lombardia on.Maroni e che ha dato vita ad una contro-manifestazione che si è tenuta il 30 gennaio in favore della famiglia tradizionale chiamata appunto Family Day. Considerando il discreto successo ottenuto dai tradizionalisti, molti di essi ( l’on.Giovanardi, ndr) pensano che i flash mob pro-unioni civili siano stati un flop. Le piazze italiane erano, in realtà, gremite di persone colorate, pronte al cambiamento e al riconoscimento dei diritti che per me sono innegabili; la maggior parte degli italiani penso siano pronti a superare l’idea di famiglia tradizionale o almeno ad affiancarla alla nuova idea di famiglia arcobaleno. L’ennesima riprova di questo cambiamento, l’abbiamo potuta riscontrare durante una rassegna canora nazional popolare per definizione come il nostro Festival della canzone italiana di Sanremo, molti degli artisti in gara infatti hanno deciso di cantare portando, allacciato al polso, un nastro arcobaleno. L’iniziativa è nata e si è sviluppata, tanto per cambiare, sui social, con il tweet del trentenne regista Luca Finotti e portata sul palco più famoso d’Italia da cantanti come Noemi, Arisa, Ruggieri e da un gruppo decisamente vicino ai più giovani come i Bluvertigo. A quanto pare, siamo quasi tutti d’accordo; molti quindi condivideranno ciò che ripeterò ora, ovvero che la famiglia non si basa sulle persone che la compongono ma deve essere unita dall’amore che i componenti provano tra di loro. Forse l’hashtag, a questo punto, dovrebbe essere #tradizionalistisveglia!
Michele Rossini V A Linguistico