I tantissimi episodi di violenza che colpiscono donne di tutte le eta' sono stati al centro del dibattito “L'ALTRA FACCIA DELL'AMORE - Violenza di genere tra prevenzione ed educazione”,
un convegno organizzato e tenuto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Foggia lo scorso 10 marzo . All’incontro hanno partecipato docenti del Dipartimento di Diritto Penale e numerosi rappresentanti di Associazioni di Categoria e Professionisti di settore. Il fenomeno della violenza sulle donne e' stato scandagliato e affrontato da vari punti di vista. Diverse le forme con cui puo' essere esercitata: da quella fisica a quella psicologica ed economica. Le donne che subiscono non denunciano e preferiscono rifugiarsi nel silenzio. Da quanto emerge, secondo le statistiche, ogni tre giorni una donna viene violentata. Gli uomini, come evidenziano i relatori, spesso non si rendono neanche conto di quanto male fisico e soprattutto psicologico provochino alle loro compagne, alle loro mogli che spesso sono anche madri. Le donne sono sopraffatte dalla paura di aver sbagliato qualcosa, tentano di giustificare le violenze subite e non denunciano per una errata idea di amore o più semplicemente per paura di ritorsioni. Proprio perché questo fenomeno sta assumendo dimensioni imponenti, si avverte sempre piu' la necessita' di formare figure in grado di aiutare i soggetti deboli ricordando che il maltrattamento avviene nel luogo che dovrebbe rappresentare la maggior sicurezza per ognuno di noi: la casa. Dietro la violenza degli uomini ci sono delle problematiche, quali l’alcool o la droga, che fanno perdere totalmente il controllo e spingono gli uomini a precipitare in una condizione belluina fino a compiere azioni letteralmente disumane. Un altro aspetto riguarda l'induzione alla prostituzione. Sono davvero molte le donne infatti che vengono obbligate a prostituirsi per ragioni economiche. Contro la loro volontà devono sopportare forti situazioni di disagio, sono costrette a passare parte della loro giornata per strada ed è sempre più frequente la diffusione di malattie trasmissibili sessualmente. La domanda a cui il il tema del convegno cerca di dare risposta è : dal punto di vista giuridico, e quindi penale, esistono delle norme in grado di contrastare il fenomeno? La risposta è no. L’unico testo in cui troviamo un piano giuridico per prevenire e arginare la violenza domestica è la Convenzione di Istanbul del 2013 . L'Italia è la quinta nazione a ratificarla dopo Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo. Perché sia applicata, dovrà essere sottoscritta da dieci Stati, di cui almeno otto del Consiglio d'Europa. Questo testo si basa su tre principi fondamentali che sono "prevenzione, protezione e punizione". "Vogliamo mettere un punto alle situazioni di disagio che ogni giorno affliggono milioni di mamme, mogli, fidanzate, sorelle e anche figlie". E' questo il progetto del convegno organizzato. E' importante evidenziare che la violenza che avviene all'interno delle mura domestiche è di pessimo esempio anche per i bambini che spesso assistono a scene violente (calci, pugni, percosse, lanci di oggetti) causando in loro traumi ed emozioni forti che ricorderanno per il resto della loro vita. Alla domanda “come possono agire i giovani di oggi nei confronti di questo delicato fenomeno e quali interventi potrebbero adottare?” la dottoressa Lara Vinciguerra risponde che "si potrebbe iniziare a dare valore alla formazione per diventare consapevoli dei modelli educativi sociali […] Perché, inevitabilmente ,noi siamo quello che impariamo attraverso ciò che osserviamo e viviamo […] andrebbe fatto un lavoro di consapevolezza, di presa di coscienza di quanto quello che abbiamo interiorizzato inconsapevolmente può condizionare il nostro modo di agire”. Si deduce dalle parole della dottoressa l’importanza di aiutare e nel caso ci sia bisogno, farsi aiutare da una figura competente che ci accompagni in un percorso di apprendimento allo stare insieme, a dialogare e tirare fuori le nostre emozioni. La giornata, ricca di pensieri e suggestioni, continua con la proiezione di alcuni video che consentono di comprendere quanto la donna sia non solo maltrattata, ma anche “sfruttata” massicciamente per di interessi di tipo economico; un esempio efficace e' quello della pubblicità dove il corpo della donna, ridotto a strumento per attrarre, subisce particolarmente il peso della mercificazione .
Simona Schena, V N