Ecco ciò che turba continuamente le nostre menti: il nostro pensiero ultimamente è rivolto a tutte quelle povere vittime morte ingiustamente, morte perché gente che pensa di essere superiore decide di annientare un’altra popolazione perchè considerata inferiore o priva di ogni forma di rispetto.

Parigi, Bruxelles, terrorizzare…ecco il loro obiettivo principale. Gente normale che in un comune  venerdì sera si reca a teatro per svagarsi magari dopo una settimana intensa, ricca di studio, lavoro e tanto da farsi. Oppure in quell’aeroporto e in quella metropolitana sotto attacco. Tragica si è presentata la strage a Bruxelles: disperazione e terrore viaggiavano su uno stesso binario, un binario che non avrebbe mai potuto condurre alla salvezza, se non alla fine definitiva, alla demolizione totale. Fumo e sangue circondano la città di Bruxelles, grida, pianti, dolore da parte di tutta quella gente davvero innocente, che tenta invano una via di fuga, tutti quei bambini che hanno visto la morte sotto i lori occhi, un po’ come se in quel momento avessero visto un’altalena su un terreno di ricordi e pensieri per il futuro; più nulla per loro, solo un gran fumo nero che li porta dritti in cielo dove, magari è solo lì che possono continuare a sperare, è solo lì che potrebbero avere una visione migliore, una visione dove le armi, il dolore e la tristezza sono solo una utopia. L’esaltazione del loro credo rappresenta la morte per molta gente, un’assurda devozione che li porta a lacerarsi con un ordigno per conquistare un posto d’onore nel regno del loro Dio, un Dio che è diverso dal Nostro, un Dio che non chiede sacrifici ma sa solo donare. L’umanità intera si unisce in una sola preghiera: che la loro bandiera nera non venga più  issata a trofeo in nessun' altra città.
Marina di Domizio, 2B/L
Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane "F. De Sanctis" - Trani