L’economia cubana tornerà a crescere, potranno essere effettuati scambi commerciali tra l’America e Cuba, ma anche tra Cuba e gli altri stati, perché l’embargo, purtroppo, aveva portato le multinazionali europee a non poter scambiare merci o costruire alberghi. Un esempio evidente della situazione drammatica in cui si trovava Cuba è l’arretratezza della tecnologia: auto che noi definiremmo ”storiche” perché risalenti agli anni ‘60; computer e telefoni cellulari “superati”, che solo i più fortunati riescono ad avere; Wi-Fi illimitato solo per il 5% della popolazione. Queste sono tutte conseguenze di un tradimento da parte di Cuba nel periodo della guerra fredda. Obama vuole un cambiamento ed è per questo motivo che giorni fa si è recato a Cuba, dopo 90 anni, per incontrare il Capo di Stato Raul Castro, fratello di Fidel Castro, colui che ha ridotto Cuba nella situazione in cui si trova oggi. Obama è un esempio da seguire perché ha fatto una cosa che è molto difficile al giorno d’oggi: ha perdonato nonostante tutto, pur non condividendo le scelte politiche e sociali dell’Avana, ha rotto le barriere e ha ricominciato da zero. Sappiamo benissimo che non sarà facile per Cuba poter ricominciare, perché ci vorranno diversi anni per poter risanare la ferita dell’embargo, ma siamo ottimisti. A Cuba ci sono già diverse multinazionali americane, come la catena di alberghi Starwood, e altre europee, che vorrebbero fare lo stesso, stanno arrivando i primi Wi-Fi pubblici e si potranno effettuare le prime transizioni. Per chiudere definitivamente il capitolo “embargo” a Cuba si sono esibiti i Rolling Stones, una band statunitense che ha portato il rock in uno stato dove i balli latini regnano sovrani: hanno portato una ventata di aria americana a tutti, dai più giovani ai più anziani che, finalmente, si sentono liberi. Anche Papa Francesco ha visitato l’Avana e al patriarca ortodosso ha detto che “le persecuzioni devono finire”, perché entrambi stanno cercando di risolvere i problemi fra le due Chiesa iniziate nel 1054. Cuba non è però l’unico paese, anche altri come la Corea del Nord e la Libia hanno l’embargo da parte dell’ONU e dell’America perché la loro politica è ritenuta incompatibile con quella degli altri paesi e, bloccando i loro commerci, si porta lo stato ad arrendersi. L’embargo, quindi, ha i suoi pro e i suoi contro: i primi perché attraverso l’embargo si riesce a far cambiare un paese forzatamente, evitando guerre e distruzioni. Gli aspetti negativi, invece, si riferiscono al fatto che, con l’embargo, la povertà è a livelli altissimi, quindi ci possono essere carestie, morti o malattie perché i medicinali non possono arrivare. Tutte quelle persone che muoiono non hanno nemmeno colpa, si sono trovate a vivere in un paese in cui i più ricchi governano, sbagliando, e le conseguenze di tutti i problemi che causano, vengono poi riversate su tutta la popolazione. Nel mondo c’è bisogno solo di pace e di amore, non di Stati più forti di altri, perché solo con la pace e l’aiuto si riescono a raggiugere i propri obiettivi.
Eleonora Matera, 2A/L, Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis” - Trani
Cuba e America: una nuova pagina di storia
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