Sin dalle origini la famiglia è sempre stata considerata con rispetto, in quanto istituzione sociale di base e di primaria importanza. In passato il modello da rispettare era fondato su regole ben precise con una struttura patriarcale. Il pater familias aveva la massima autorità ed era il depositario dei valori e dell’educazione dei figli, finalizzata alla creazione di braccia da lavoro efficienti che avrebbero garantito la discendenza. La famiglia moderna, invece, è formata da genitori che generalmente lavorano fuori casa e da uno o massimo due figli. Una forma moderna di famiglia che in passato veniva poco accettata.
Il cambiamento più profondo per la famiglia italiana lo si è avuto con il referendum del 1974, che ha definitivamente istituito il divorzio. I soggetti maggiormente danneggiati da questo sono certamente la prole e per questo motivo, già negli anni 70 la Chiesa condannava questa legge non concedendo ai divorziati il diritto di sposarsi due volte secondo il rito religioso, o almeno in teoria. La famiglia di cinquant’anni fa non è la famiglia d’oggi, in quanto non si basa più su regole religiose ma su regole laiche. Un’altra delle basi fondamentali del cambiamento in atto è senz’altro la parità dei sessi. Infatti, grazie all’incremento dell’istruzione e all’avvenuta parificazione dei diritti, le donne hanno preso sempre più coscienza di se stesse e questo fenomeno di emancipazione femminile ha determinato, in seguito, una riduzione dei matrimoni e delle nascite, foraggiato anche dal boom economico degli anni '50, il quale pose le basi ad una società consumistica e materialistica in cui il lavoro era considerato il primo obiettivo da raggiungere.
In tempi recenti la Chiesa ci richiama sempre più spesso a promuovere e a sostenere la famiglia, oramai sottoposta a tante difficoltà e continui attacchi. Ma la realtà dei fatti è che c’è il bisogno di capire che se la famiglia è in crisi non dipende dalla presenza di forme sociali alternative ma da una crisi morale che nasce dall’interno di essa. Inoltre, in questo quadro fosco, quella che dovrebbe essere la nostra guida, la Chiesa, non è più in grado di svolgere la sua missione e la sua figura resta spesso ancorata a forme risalenti al passato. Evitando di aprire gli occhi su ciò che sta accadendo nel ventunesimo secolo, essa non sta facendo altro che rallentare un probabile processo di evoluzione al quale l’uomo forse, da sempre, è destinato. La storia corre in avanti inesorabilmente e, di certo, le chiusure mentali, di qualsiasi tipo esse siano, non permettono all’essere umano di correre lungo i binari costitutivi del proprio essere: l’evoluzione.
Antonio Lorusso, 2 B/L, Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. de Sanctis” - Trani
La famiglia oggi. Una svolta antropologica?
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