Ma, d'altra parte, gli attentatori delle stragi in Europa non sono dei "veri" credenti della religione musulmana, in quanto nei fatti l'hanno offesa più volte. Il principale artefice degli attentati di Parigi, Abdelhamid Abaaoud, fu visto fumare cannabis e bere alcol per le strade di Parigi poco dopo gli attacchi; azioni che, secondo il Testo Sacro musulmano, sono proibite ai fedeli, come peraltro anche l'omicidio.
Eppure non è stato ancora compreso da tutti che il conflitto che stiamo vivendo non è affatto una guerra di religione e di conseguenza si teme che dietro il volto di ogni straniero ci sia un nemico da tener lontano alzando muri fisici e non: è proprio questo l'olio che alimenta le fiamme dell'odio della guerra. Se incolpiamo gli innocenti, loro si sentiranno legittimati a difendersi e rispondere alle nostre provocazioni: è una catena che porta solo distruzione e sofferenza.
È il caso della reporter ungherese Petra Laszlo, la quale, mentre riprendeva la scena dei migranti che attraversavano il confine tra Serbia e Ungheria correndo confusamente, ha scalciato e allungato la gamba facendo cadere uomini e bambini, che d'altronde fuggivano dalla stessa situazione che temiamo noi nel nostro sicuro Occidente: il terrorismo e il fondamentalismo islamico.
Dunque avrebbe davvero senso che un bambino si scusi per il pericolo che in realtà sta affrontando lui stesso, un ragazzino che intraprende un viaggio pieno di incertezze, perché è la sua ultima possibilità? Egli fugge dalla guerra allo stesso modo della folla a Bruxelles: nel terrore, nel disordine, nella paura, con l'unica differenza che nel suo Paese le atrocità sono all'ordine del giorno; potrebbe essere uno studente che scappa dall'aeroporto in Belgio, e invece è uno straniero per noi europei e perciò lo allontaniamo il più possibile, ritenendolo una possibile causa di problemi per il nostro Stato, anche spinti da vacui incoraggiamenti populisti di chi sfrutta i migranti come capro espiatorio per ricavare il consenso delle masse, di chi non ha la possibilità di informarsi adeguatamente ed è disorientato dall'immensa mole di notizie inesatte e dati tutt'altro che veritieri che si diffondono fin troppo velocemente al giorno d'oggi.
In fondo, anche porsi irragionevolmente contro un'intera "categoria" di persone, come gli immigrati o i musulmani, ben più vasta di quella che ci minaccia davvero, è anch'essa una forma di fondamentalismo, è un'idea senza prospettive, che guarda in una sola direzione e attacca gli innocenti.
La vera fine di ogni guerra si avrà soltanto quando l'intenzione di dialogare e comprendersi prenderà il posto di questa chiusura e repressione del diverso.
Lucia Nuzzolese II A/L
Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis” - Trani
Idomeni: bambini profughi chiedono scusa per colpe non proprie
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