Ancora una volta l'Europa viene colpita: Parigi, Bruxelles e chissà quale altra realtà metropolitana sarà assalita dal terrore. Sono bastati pochi uomini armati a provocare una strage che ha messo fine alla vita di uomini e donne, che in quel momento sorridevano alla vita.
Chi lo avrebbe mai detto che quelli sarebbero stati gli ultimi istanti della loro serena routine esistenziale. Chi lo avrebbe mai detto che quelle sarebbero state le ultime immagini che i loro occhi avrebbero visto. Dalle immagini e dai video che documentano le terribile esplosioni riusciamo ad ascoltare le urla delle persone in fuga, tra queste ci dono le grida e i pianti dei bambini che sembrano chiederci aiuto, che chiedono che il brutto incubo possa essere annientato. Purtroppo, questi non possono ricevere una risposta perché nessuno sa come poter mettere fine a questa guerra che consuma le vite preziose degli uomini. Nel tempo che inesorabilmente ha ripreso a scorrere dopo le tragedie del terrorismo, in tanti ci siamo posti una domanda: Ma l'Europa dov'è? Quell'Europa che proprio a Bruxelles dovrebbe cercare e trovare soluzioni per difendere i propri cittadini, invece sembra consegnarci nelle mani dei nemici: uomini che senza pietà uccidono in nome di Allah. Non esiste un Dio che vuole la morte di altri uomini. Questi terroristi con le loro azioni vogliono intimorirci e, allo stesso tempo, ci inviano un messaggio, che ha il sapore di una minaccia. Un messaggio che viene diffuso non con parole ma con azioni spietate: ci stanno dicendo che non si fermeranno, che giocheranno ancora con la vita di tanti altri poveri innocenti, in chissà quale città, in chissà quale altro luogo.
L'Europa in tutto ciò sembra assopita: non le bastano le stragi di Parigi e di Bruxelles per capire che il tempo delle parole è ormai concluso, che è il momento di mettere in pratica tutte le premesse sprecate in questi mesi. Ciò è dimostrato dal fatto che lo scorso 14 Novembre, giorno degli attentati di Parigi, i media, la stampa, le tv si sono limitate a documentare quello che era avvenuto quella notte, per poi dimenticarsene 2 settimane dopo, così come ha fatto la Merkel insieme ai suoi colleghi, che sembrano appagati solo da una commemorazione, solo da tante parole per ricordare tutti i poveri innocenti massacrati per chissà quale ragione. La domanda che giunge spontanea è: Che cosa farà l'Europa dinanzi all'ennesima tragedia? La risposta è semplice: ognuno dovrà pensare a difendere se stesso. E l'Italia ? Cosà farà lo Stato se questi uomini un giorno verranno a bussare in casa nostra? Come si comporterà il Governo? Riuscirà a difenderci?
Mentre aspettiamo che l'Europa si risvegli, noi facciamo l' unica cosa che, oramai, ci rimane da fare: pregare.
Simona Curci e Viviana Ramires, 2A/L
Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis”, Trani