Accade a Torino, in un quartiere appena fuori dal centro della città: un uomo sessantatrenne, Raimondo Marietta, adotta atteggiamenti di stalking nei confronti di una coppia di ragazzi gay, vicini di casa.
L’anziano, prendendo di mira i ragazzi, ha provocato danni all’automobile, insulti continui e quant’altro, oltre alle scritte “no gay” nell’ascensore. La coppia si trasferisce nella palazzina nel 2012 e da lì a poco iniziano a comparire le prime scritte e minacce contro di loro, tanto che la coppia è costretta ad installare una telecamera davanti alla porta per evitare aggressioni. I fatti risalgono ai mesi tra il 2013 e il 2014, quando gli stessi ragazzi sono stati vittima dell’episodio di aggressione in piazza Barcellona, sotto gli occhi i tutti i passanti che hanno mostrato estrema indifferenza. Inoltre, anche durante l’estate era accaduta una violenta lite tra gli stessi ragazzi e l’aggressore, spalleggiato dalla figlia e dal genero. Per di più, alcuni giorni dopo una comparsa in tv di uno dei due giovani, lo stesso è stato aggredito, ferito con un coltello su tutto il corpo. Pertanto, l’anziano è stato condannato ad un anno di carcere e ad una penale di cinquemila euro, accusato per aver perseguitato la coppia facendo vivere all’intera comunità un’atmosfera generale di pesante e quotidiana discriminazione. I ragazzi, inoltre, erano piombati in un clima intimidatorio, senza alcuna colpa e senza motivi per meritarsi tale maleducazione da parte dell’anziano se non quella di essere gay e di esternare i gesti di reciproco affetto. L’omofobia non è un reato, ma gli atti persecutori rientrano in tale casisistica e sono giudicati come un reato.
Pierpaolo Barracchia, II A/L Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis” - Trani