IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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A breve il popolo italiano sarà chiamato ad esprimere il proprio voto in merito ad una proposta di riforma costituzionale. L’abbiamo esaminata anche in classe e molti i punti oscuri e le perplessità evidenziate dai compagni che hanno addotto motivazioni diverse a sostegno delle proprie opinioni. Insieme alla nostra professoressa di diritto, pertanto, abbiamo analizzato i pro ed i contro della proposta. Nella nostra classe si è aperto un interessante dibattito sull'opportunità della modifica della Costituzione. I contenuti più importanti della proposta di revisione costituzionale riguardano la riforma del Senato, la fine del bicameralismo perfetto, l’elezione del Presidente della Repubblica, l’abolizione del Consiglio Nazionale per l’economia ed il lavoro (CNEL), le modifiche al titolo V della Costituzione, il referendum abrogativo e le leggi di iniziativa popolare. Ad oggi, in Italia, le leggi ordinarie vengono approvate dal Parlamento, costituito da due camere elettive ( Camera dei Deputati e Senato della Repubblica). Entrambe le Camere, che hanno la stessa funzione, devono approvare il testo definitivo. Un solo cambiamento obbliga il riesame del testo da parte di entrambe. Con la proposta di revisione costituzionale si limita alla sola Camera dei Deputati il potere legislativo generale mentre il Senato della Repubblica, mantenendo il potere di controllo sull’ esecutivo, avrà compiti legislativi solo speciali in materia regionale ed europea e sarà composto da membri scelti tra i rappresentanti di regione e comuni senza percepire indennità politica. 2014.06.18 SenatoI senatori a vita resteranno ma non saranno sostituiti. Sull’elezione del Presidente della Repubblica: poiché il Senato della Repubblica, ove rinnovato, comprenderà i rappresentanti delle regioni, non parteciperanno più all’ elezione del Presidente della Repubblica i delegati regionali. Sull’abolizione del CNEL e le modifiche al titolo V della Costituzione: tale proposta propone di modificare le competenze legislative del Consiglio Regionale. Come è noto, il Consiglio Regionale, in alcune materie e limitatamente al proprio ambito territoriale, ha potere di emanare leggi aventi pari forza di quelle ordinarie. Le materie di competenza legislativa regionale sono previste dall’art. 117 della Costituzione. Con la proposta di revisione costituzionale si vogliono ridurre tali competenze in favore dello Stato. La proposta legge di revisione intende favorire l'accesso allo strumento del referendum nel pieno rispetto della democrazia. Anche il popolo è giusto, infatti, che partecipi sempre più liberamente alla formazione delle leggi. Analizzare i pro ed i contro della riforma proposta non è impresa agevole anche e soprattutto perché, ascoltando da più parti uomini politici o commentatori e giornalisti, non si riesce ad avere un’idea ben precisa di come realmente stiano le cose. Tra i punti della proposta revisione costituzionale, credo, che il più importante sia quello relativo alla riforma del Senato della Repubblica con la conseguente abolizione del bicameralismo perfetto e l' attribuzione del potere legislativo generale in capo alla sola Camera dei Deputati. Il processo di formazione delle leggi ordinarie, oggi, il più delle volte, diventa molto lungo e farraginoso. Il Governo, pertanto, sovente procede con i decreti legge convertiti con il voto di fiducia. Ciò finisce con lo snaturare il ruolo del Governo che, di fatto, da organo esecutivo diviene sempre più legislativo, e con il ridurre il ruolo del Parlamento sempre più ad un semplice notaio. Con la riforma si potrebbe davvero favorire una maggiore velocità nella formazione delle leggi ordinarie superando così il famoso ping-pong tra Camera e Senato. Del resto l’Italia è l’unica, fra le moderne democrazie, ad avere un Parlamento formato da due Camere che hanno gli stessi compiti. Dall’altro lato, dare alla sola Camera dei Deputati il potere legislativo potrebbe comportare il rischio di attribuire un potere maggiore al governo visto che il Senato della Repubblica non sarebbe più chiamato a votare la fiducia all’esecutivo. Al di là delle considerazioni sui pro e sui contro alla riforma, vero è che, per un paese come l’Italia, procedere a cambiare una parte così ampia della Costituzione non è impresa da poco e, perciò, è opportuno fare molta attenzione. La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato da cui dipendono tutte le altre norme e, pertanto, non può cambiarsi di volta in volta a piacimento del governo di turno! L’invito è che tutti i cittadini, facendo il proprio dovere, vadano a votare con coscienza, cognizione di causa e senso di responsabilità.
Debora Lomonte 1 AL Liceo Economico Sociale Ettore Carafa Andria

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