Ormai da molti anni ci si pone il problema del futuro, un futuro che, oltre ad essere la conseguenza delle nostre azioni, sia positive che negative, potrebbe ritorcersi contro mettendoci ad affrontare tutto ciò che abbiamo trascurato per molti anni.
Passione per l’ambiente significa battersi per il rispetto delle regole che tutelano il nostro territorio e i nostri paesaggi, difendere la legalità dagli eco-criminali e dai ladri di futuro, promuovere un’economia che, per diventare davvero “green”, deve anche denunciare e allontanare le collusioni, la convivenza e l’indifferenza verso la criminalità ambientale.
Come combattere ciò? Attraverso l’educazione ambientale, ovvero un processo in continua evoluzione sin dai tempi più antichi. Essa rappresenta quella forma di insegnamento alla conoscenza e al rispetto del mondo naturale. Rappresenta un sistema di equilibri eco-vitali che rischia di alterarsi; pertanto mira a formare cittadini più consapevoli, meglio informati, sorretti da valori morali, responsabili, critici preparati ad agire per una vita salubre e produttiva in armonia con la natura.
Sin dai tempi dell’infanzia ci hanno insegnato a portare rispetto verso la natura che ci circonda e ad essere cittadini migliori pur essendo in tenera età. Ma si trattava di un rispetto parziale, in quanto una volta usciti dalle mura scolastiche, essendo privi di stimoli e consapevolezza, mostravamo un disinteresse nei confronti dell’ambiente. Crescendo, e venendo maggiormente a contatto con la realtà ambientale, abbiamo iniziato a porgerci delle domande e a capire il motivo per il quale queste problematiche si siano aggravate nel tempo. Infatti, durante il corso della storia, il rapporto tra l’uomo e l’ambiente è cambiato al variare delle sue esigenze.
L’uomo è un animale che in origine viveva, come tutti gli altri animali, dalle risorse fornite dal proprio ambiente affidando la propria sussistenza sulle attività della raccolta di vegetali, della caccia e della pesca.
Con la scoperta del fuoco e dell’agricoltura, l’uomo passò dalla raccolta alla produzione artificiale di cibo acquisendo, nello stesso tempo, la capacità di modificare il territorio in cui viveva. Pur avendo esercitato enormi ripercussioni sullo sviluppo delle civiltà, le trasformazioni agricole avvenivano lentamente e gradualmente, lasciando alla natura il tempo di adattarsi alle nuove condizioni ambientali imposte dall’uomo.
Le economie agricole riuscivano a mantenere una sorta di equilibrio naturale tra i materiali estratti dal suolo e gli scarti delle attività dell’uomo. I rifiuti solidi, essendo costituiti da materiale organico bio-degradabile, potevano essere interrati o sparsi sul terreno e venivano degradati. Anche il problema delle acque reflue urbane poteva essere risolto in passato abbastanza efficacemente convogliando i liquami nei corsi d’acqua e nei mari dove venivano trasformati in prodotti innocui. Con la prima rivoluzione industriale l’uomo inizia a cambiare il suo modo di lavorare e di vivere: sorgono le prime fabbriche.
Solo nel ‘900, però, con la seconda rivoluzione industriale, la vita dell’uomo viene trasformata radicalmente: inizia il consumismo, l’utilizzo di massa dei beni, del petrolio che provoca un negativo impatto ambientale. Ora, il problema dell’accumulo nell’ambiente dei prodotti del metabolismo dell’attività dell’uomo è molto grave.
A partire dal XX secolo è diventato una vera e propria emergenza e la tutela ambientale è diventata una problematica globale molto sentita. Tuttavia, in passato, il rispetto dell’ambiente ha rappresentato un vincolo, se non un ostacolo alla crescita economica.
Per pensare in modo globale c’è bisogno, in primis, di una soluzione locale, ovvero, se viviamo in un luogo oltraggiato dall’inquinamento, come pretendiamo di risolvere una situazione globale?
Esistono diverse risposte ma nessuna delle quali ha influito positivamente sul miglioramento, anzi la situazione si aggrava ogni giorno di più.
Molte persone hanno una chiusura mentale che le porta ad essere succubi di un’ignoranza la quale ha, come conseguenza, una regressione nell’ambito socio-ambientale.
Le giovani generazioni di oggi hanno ereditato un mondo in grave crisi, sia economica-sociale che ambientale, ma molti di esse chiedono di essere parte della soluzione e non più del problema. Acquisendo strumenti e conoscenze sulle problematiche in atto, questi giovani possono cominciare ad individuare uno stile di vita più sostenibile e salutare.
Uno degli strumenti più importanti è una promozione continua e permanente sulla consapevolezza ambientale, ciò implica stimolare la partecipazione cittadina alla tutela del nostro ambiente, iniziando anche dai piccoli gesti quali la raccolta differenziata, processo attraverso la quale molti rifiuti vengono trasformati in materiali riutilizzabili causando la riduzione dei consumi energetici e dei costi delle industrie. Oggi nel XXI secolo i ritmi sempre più accelerati della manipolazione ambientale, continuano a recare problemi per la nostra salute, costantemente minacciata da nuove malattie, caratterizzando mutazioni genetiche incurabili. Per questo la promozione di un’educazione ambientale è uno degli strumenti di propaganda più rilevanti, perché solo con la conoscenza e consapevolezza delle proprie azioni, è possibile prevenire situazioni di cataclismi ambientali, cominciando così a tutelare la nostra salute e quella dei posteri, garantendo loro un futuro migliore.
Angela Diaferia e Federica Laraia III A linguistico Liceo “F. De Sanctis”, Trani