IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Lo stomaco in subbuglio, la mente offuscata, il corpo senza equilibrio non risponde più. Ubriaco, vaga senza meta in questo delirio psicofisico, cercando un approdo che appaghi il suo continuo senso di insoddisfazione e noia.
Questo è il degradato ritratto di molti ragazzi moderni. Ma qual è la ragione che induce gli adolescenti a desiderare questa illusoria euforia?
Sicuramente l’alcol non è una soluzione nuova per affogare i propri tormenti. Emile Zola, principale esponente del Naturalismo francese, già nell’Ottocento raccontava nell’”Assamoir” il deterioramento fisico e morale di un tessuto sociale del suo tempo: Gervaise, umile protagonista del romanzo, si rifugiava negli effetti dell’alcol per evadere dal suo mondo usurato da disagi e dolore.Oggi invece è la percezione della realtà che guida ad un senso di noia ed inappagamento: specchio di questo panorama desolato è la sfera dei giovani in cui tristemente si riflette la stessa scelta di vita. Ma, in realtà, sono pochi i ragazzi che vivono vere angosce e veri tormenti, consumandoli in una fredda solitudine ed emarginandosi in un destino che riserva loro solo sofferenze.
Ipnotizzati dai magnetici colori dei cocktail, molti di loro vivono alla ricerca di sensazioni nuove per sentirsi ‘’vivi’’ e sfuggire al fantasma della noia e del vuoto. Un altro determinante fattore che induce alla scelta dell’alcol è quello del conformismo che, specialmente tra gli adolescenti, ha un ‘’effetto domino’’ devastante: sentirsi parte di un gruppo spinge ad assimilare ed emulare comportamenti il più delle volte nocivi. Il ‘’mito del sabato sera’’ prevede rigorosamente di trovare una valvola di sfogo alla sfiancante monotonia che, durante la settimana, scandisce ogni giorno.Allora si ricorre a svariate soluzioni: sul podio, a fianco all’alcol, un posto di rilievo lo occupa la droga. E’ risaputo come le sostanze stupefacenti provochino un forte senso di straniamento, perdita di autocontrollo, una realtà alternativa figlia delle allucinazioni. Specialmente tra i giovani, per percepirsi membri di una comitiva, si vivono le stesse emozioni e si condividono questi viaggi sulle ali dell’irrazionalità. L’accettazione da parte degli altri diventa un vero e proprio ‘’rito di passaggio’’ soprattutto per i più deboli, i quali perdono in un batter d’occhio la propria individualità per mimetizzarsi tra i pari. La febbre dell’omologazione infetta facilmente anche i giovanissimi che si dimostrano precoci vittime di questo fenomeno. Gli adolescenti sono ormai concreti testimoni di quanto la realtà stia cambiando, risucchiata da un forte senso di nullità e vuoto interiore.
Cosa fare allora per vincere queste "malattie sociali’’ che minacciano la collettività? E’ necessario che i giovani riscoprano gli ideali che si sono ormai persi nel tempo, non legando alla quotidianità l’effimera felicità promessa dai "paradisi artificiali’’, ma costruendo il proprio futuro giorno per giorno sulla base di forti valori morali e attraverso una riscoperta della propria identità. E’ questa la sfida da cogliere.

Evelyn Canistro VA Liceo ”Maria Immacolata” S. Giovanni R.

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