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Nel corso del 2017 è previsto il primo trapianto di testa effettuato su un essere umano. Sergio Canavero, chirurgo italiano, sta conducendo da anni esperimenti su topi e scimmie col fine di superare uno dei limiti della medicina e offrire nuove opportunità all’umanità. Valery Spiridonov, un trentenne con la più grave forma di atrofia muscolare spinale (malattia di Werding-Hoffman), si è proposto per far parte di questo grande esperimento. Sembra disposto a tutto pur di contribuire all'avanzamento del genere umano. "Dopo l’operazione, che io sopravviva o no, che io riesca a camminare o no, verranno poste delle basi importantissime per la scienza. […] Qualcuno deve fare il passo in più, andare oltre il limite. Il primo astronauta ha avuto paura, ne sono sicuro". Queste sono le parole del giovane, secondo quanto riportato dal sito di informazione Motherboard. Ma scendiamo più nello specifico: come avverrà l’intervento? Questo si svolgerà presso la Harbin Medical Huniversity in Cina, in collaborazione con il chirurgo cinese Ren Xiaoping, richiederà 36 ore e vi saranno impiegati 150 chirurghi specializzati che si divideranno in due team. Il primo si occuperà di Spiridonov, l’altro si focalizzerà sul donatore di corpo, un paziente cerebralmente deceduto. Entrambi saranno sotto anestesia e collegati a macchinari in grado di mantenere stabile l’attività cerebrale e cardiaca. La testa del giovane verrà congelata per un tempo limitato rendendolo cerebralmente morto, come il donatore. Ma non finisce qui, perché la parte complicata deve ancora iniziare. Delicato e fondamentale sarà il momento del taglio dei due midolli spinali, che verrà eseguito con una nanolama in diamante da 200.000$. Una volta asportata la testa di Spiridonov i chirurghi avranno a disposizione un’ora di tempo per ricongiungerla al corpo. In questa fase non si dovrà soltanto ricucire la pelle, ma anche le vene e le arterie facendo in modo che il flusso sanguigno torni nella testa del paziente. A questo punto si dovranno “fondere” insieme i due midolli spinali secondo una tecnica elaborata da Canavero e testata su una scimmia. Se, ed è un grande “se”, l’operazione seguirà il corso previsto, si aprirebbe la strada ad una scienza totalmente nuova sulla ricostruzione post-trauma del midollo spinale. Questo esperimento rappresenta un grande passo per l’umanità, in quanto potrebbe consentire a pazienti affetti da gravi malattie, come Spiridonov, di vivere una vita “normale” senza più dipendere da qualcuno, avendo l’opportunità di correre e saltare e assaporare ogni aspetto della vita. Non si temerebbe più una morte prematura, ma si potrebbe sperare addirittura in una vecchiaia, magari circondati dai propri nipoti, opportunità che la maggior parte di noi dà spesso per scontata.

Alessandra Carrassi e Marinella Milia III AU Liceo Bianchi Dottula - Bari

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