Se da una parte il problema della disinformazione è stato superato grazie al progresso tecnologico e alla voce dei media, dall'altra emerge il problema della mala informazione.
Attualmente si parla di "fake news", termine inglese che significa letteralmente "false notizie" e che viene utilizzato per indicare un fenomeno molto diffuso, secondo cui svariate fonti producono notizie di dubbia autenticità, le quali costituiscono una vera e propria minaccia da combattere il prima possibile, in quanto sono in grado di influenzare le scelte che tutti noi compiamo nel quotidiano.
È infatti vero che la libertà di esprimere le proprie opinioni sia sui giornali che su Internet mette costantemente in pericolo l'uomo che, inconsapevolmente, legge una notizia non veritiera che pur soddisfa, con inganno, la sua fame di sapere.
Il mondo di Internet si impegna duramente nella caccia alle fake news prediligendo le fonti più autorevoli e, pertanto, ritenute affidabili.
Facebook, Google e recentemente anche Twitter, hanno aperto la loro politica anti-fake news migliorando i criteri degli algoritmi, limitando le pubblicità nei siti considerati ingannevoli e chiudendo quelle pagine e account da cui queste false notizie traggono fama.
Anche il mondo politico è sceso in campo dando origine a dibattiti, discussioni e progetti, tra cui "BastaBufale". Si tratta di un appello, ora online, promosso dalla presidentessa della Camera Laura Boldrini con il fine di dare maggiore visibilità all'argomento. Questo appello è indirizzato soprattutto alle scuole ed università, ma anche ai social network, ai media e alle imprese (soggetti strettamente coinvolti nella vicenda, in qualità di vittime o complici).
Il problema delle fake news sussiste ed una soluzione definitiva che riesca a mettere fine a questa "crisi" è ancora lontana e difficile da concretizzare in quanto dovrà rappresentare il giusto compromesso tra libertà di espressione e stampa, e la loro arbitraria censura.
Giorgia Pizzolorusso 3 B Ites-Les "Ettore Carafa" Andria