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«Questo giubbotto è il simbolo dello sforzo di questa isola nell’accogliere migranti disperati, ma è anche un giubbotto per salvare l’Europa»: sono queste le parole dell'attuale Presidente della Camera Laura Boldrini che, nell'isola di Lesbo, assieme al vicepresidente del Parlamento greco , si è presentata indossando un giubbotto di salvataggio. Questo giubbotto è stato recuperato su una spiaggia di Skala Sykaminias, un piccolo porto dove sono sbarcate decine di migliaia di profughi, augurandosi che diventi il simbolo dell'Europa unita.
Nella sua visita la presidente Boldrini ha incontrato, tra gli altri, anche la signora Emilia Kamvysi, 83 anni, diventata un simbolo dell’accoglienza tanto da farle valere la candidatura al Nobel per la pace. La nonnina fu immortalata in una foto diventata subito virale sul web, mentre dava il biberon al figlio neonato di una giovane profuga.
Quando si parla di Unione Europea è d'obbligo far riferimento al trattato di Schengen con il quale molti Paesi europei, a partire dal 1985, hanno eliminato i controlli e le barriere alle frontiere. Recentemente però, a seguito di atti terroristici o a causa di alcune problematiche che gli immigrati hanno provocato nei vari Stati europei,il trattato è stato messo in discussione. Senza tale trattato, però, replicano in molti, l'unico legame tra i vari Stati europei rimarebbe solo la moneta.
Tra l'altro, se non fosse stato per il trattato in questione, tanti migranti non avrebbero avuto l'opportunità di rifarsi una vita.
Sono infatti tante le persone, uomini, donne e bambini, che ogni anno sbarcano sulle nostre coste, proveniendo principalmente da Eritrea, Nigeria, Siria, Somalia, in cerca di Europa, di rifugio, di una vita migliore ma anche di una meritata giustizia e solidarietà.
A questo proposito ci piace citare il libro di una giovane insegnante barese, Francesca Palumbo, intitolato "Le parole interrotte", in cui viene affrontato questo tema in maniera leggera e allo stesso tempo intensa. La Palumbo, infatti, racconta la storia di una donna che, nonostante i problemi che la vita le pone , dopo l'incontro con Malaika, una mamma migrante in cerca di suo figlio, capisce di essere fortunata. Le due donne affronteranno un viaggio che favorirà la nascita di una grande amicizia basata sul coraggio e l'esser madri, ma prima due grandi donne.
Si riveleranno una l'angelo custode dell'altra, molto diverse seppur molto simili, rendendoci partecipi di una realtà che noi tendiamo a nascondere.
Sarebbe bello un mondo libero da qualsiasi forma di pregiudio, dove regni l' accoglienza e dove si faccia tesoro di queste storie, a volte non con un lieto fine, tenendo conto di una cosa importante: LA DIVERSITÀ E’ LA BASE SU CUI SI COSTRUISCE LA VERA UGUAGLIANZA.

Recchia Katia - Caputo Sara
Liceo scientifico "E. Majorana", Mola di Bari (BA)

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