IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Oggi quando sentiamo parlare di terrorismo, pensiamo subito a quello di matrice islamista a causa degli attentati terroristici commessi da organizzazioni come Al Qaeda o l’ISIS nel mondo, e soprattutto in Occidente. Tuttavia, la parola terrorismo non è legata solo a questa forma di estremismo religioso, ma ha assunto nel corso della storia varie sfumature, pseudo-motivazioni, ma anche modalità di attacco diverse. Per questo motivo, capire che cos’è il terrorismo fornendo una definizione unica è molto difficile.
Cercando di individuare un tratto comune, ogni atto di terrorismo è caratterizzato dalla volontà di creare “terrore” nella popolazione tramite l’uso sistematico della violenza secondo schemi e logiche che sono estranee alla guerra convenzionale sia civile che combattuta su territorio straniero. La parola “terrorismo” prende il nome proprio dal periodo storico del Terrore nella Francia rivoluzionaria: il termine appare per la prima volta nel supplemento del 1798 al Dictionnaire de l’Académie Française: système, régime de la terreur.
libertà fittiziaIn Europa conosciamo il fenomeno terroristico sin dall’800, quando con il termine si indicavano gli atti violenti commessi contro la popolazione o figure di spicco da socialisti e anarchici. Nel corso del ‘900 poi si sono affermati gruppi terroristici che combattevano in nome dell’indipendenza (si pensi all’ETA nei Paesi Baschi), per ragioni ideologiche (il terrorismo “nero” e “rosso” degli anni ’70 in Italia) o religioso-politiche, come l’IRA in Irlanda o il conflitto israelo-palestinese. Il terrorismo è diffuso tutt’oggi anche in molti Paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia, ma in tutti questi casi quello che si nota è che il terrorismo è un fenomeno di tipo locale, connotato da un forte sentimento politico.
Anche il terrorismo islamico, fino a qualche anno fa, era un fenomeno circoscritto a livello nazionale o regionale, nato in seguito al fatto che molti Paesi islamici, come l’Iran, l’Egitto, i Paesi del Maghreb e la Siria, dopo essersi liberati dal colonialismo, hanno cercato di ‘occidentalizzarsi’ copiando i sistemi politici, le leggi e la cultura e i costumi dell’Occidente. Per opporsi a questa “deriva” di “corruzione” e “infedeltà”, ha iniziato a diffondersi il “fondamentalismo islamico”, che ha portato a una rottura interna nel mondo musulmano. Il fondamentalismo islamico, tuttavia, non si basa su una reale difesa della religione islamica, ma utilizza la religione come strumento per dividere il mondo musulmano dal mondo Occidentale per fini di tipo politico ed economico. La religione diventa quindi il baluardo per “giustificare” gli attacchi terroristici e reclutare individui disposti a sacrificarsi in nome della causa per un bene definito superiore. Per questo motivo, molti terroristi sono disposti a farsi saltare in aria, credendo di essere degli “shaid”, ossia dei “martiri”. L’11 settembre 2001 è stato condotto un attentato con cui si voleva dimostrare che l’Occidente, e gli Stati Uniti in particolare, non sono invincibili e che il grande “Satana” può essere distrutto. Nel tempo anche gli attentati terroristici di matrice islamica sono evoluti: dagli attentati su larga scala che andavano a colpire i simboli di un Paese, tipici di Al Qaeda guidata da Bin Laden, si è passati a una strategia che punta sul creare terrore con qualsiasi mezzo possibile. I nuovi obiettivi dell’ISIS non sono i grandi simboli, ma la gente comune, colpita nei bar, nei ristoranti, al cinema, in vacanza, per strada, nella quotidianità. Si può quindi attaccare con qualsiasi mezzo, da attacchi più sofisticati come quello organizzato a Parigi il 13 novembre 2015, a improvvisati da lupi solitari come l’attentato a Nizza, Berlino e Londra degli ultimi mesi e settimane. Come si è visto, il terrorismo di oggi è un fenomeno molto diverso da quelli del passato o da altri ancora esistenti e diffusi a livello locale, che si caratterizza per modalità di attacco e capacità di propaganda innovative e moderne, che stanno creando non pochi problemi alle intelligence degli stati, soprattutto quando ci troviamo di fronte ad attacchi condotti da piccoli gruppi o da singoli individui. La risposta più immediata è quella populista, intesa come la chiusura di frontiere, l’espressione di atteggiamenti nazionalistici e di xenofobia e razzismo nei confronti di un’intera categoria di persone. Questa soluzione, tuttavia, difficilmente può essere risolutiva e, anzi, segna la vittoria di fatto dei terroristi: far venire meno quel clima di pace e libertà che ha dominato negli ultimi settant’anni in Occidente, sfruttando un odio indistinto nei confronti dei musulmani, come arma per creare una nuova frattura tra mondo islamico e Occidente. Osservando il fenomeno del terrorismo in terza persona, possiamo affermare che ormai si è radicalizzato nella civiltà moderna in maniera uniforme. La domanda sorge spontanea, quando finirà mai questo terrore causato da persone con principi e ideali ormai secolari? A quale prezzo?
Bene queste domande sono all'ordine del giorno quando si parla di terrorismo, ma purtroppo la soluzione a queste domande è difficile se non inesistente. La verità è che fin quando questi atti strazianti saranno giustificati da una religione, non cesseranno mai. Con un esempio possiamo definire il terrorismo come una Hydra che, quando le si taglia una testa, altre due ne ricrescono al suo posto. Questa cari lettori è la pura e semplice verità dei fatti...
Anche se, come disse Oscar Wilde, "la verità è raramente pura e mai semplice".
Carmine Musumeci 4^A Economico-Sociale, Liceo E. Palumbo - Brindisi

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