IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Il fenomeno dell'immigrazione è sempre esistito, dai tempi antichi sino ai giorni nostri. E' un fenomeno molto semplice da definire: si tratta di spostamenti di persone che hanno lasciato i loro territori di origine, e hanno fatto il loro ingresso in un altro Paese per vari motivi (sociali, politici, economici, ecc.).
Viene quasi sempre associato agli immigrati un giudizio negativo, ma è sbagliata l'idea che è talvolta alla base di tali discriminazioni: se un italiano ruba è meno colpevole di un immigrato che commette lo stesso reato. Entrambi hanno fatto la stessa cosa, e non è giusto usare un diverso metro di misura con un uomo con la pelle più scura o con un accento diverso.
Impedendo l'ingresso di immigrati in Italia, passeremmo per un popolo chiuso mentalmente e razzista.
Non dimentichiamoci che anche noi italiani siamo emigrati molti anni fa, e abbiamo "esportato" la mafia in America, tanto da essere stati etichettati all'estero come dei criminali o nullafacenti che pensano solo a divertirsi (secondo lo stereotipo di "pizza, mafia e mandolino")....
La maggior parte delle idee che si hanno contro gli immigrati è dovuta alla disinformazione o alla considerazione di singoli fatti o esperienze personali.
La cosa più comune che si sente dire a molti è che gli immigrati ci "rubano" il lavoro.
A queste persone basterebbe sapere che l'Italia ha il 35% di avvocati in più (si intende, quindi, anche laureati in Giurisprudenza, ma che non lavorano) della Russia, Paese enormemente più esteso territorialmente in confronto al nostro. Eppure Giurisprudenza nel nostro Paese resta una delle facoltà universitarie più scelte, a prescindere dai suoi sbocchi occupazionali.
I laureati preferiscono stare a casa e lamentarsi con i genitori affermando che "c'è la crisi", come giustificazione del loro ozio. In realtà non andrebbero mai a fare un colloquio per un call center o a proporsi come camerieri in una pizzeria... non si abbassano a certi livelli! Qualsiasi lavoro dovrebbe essere invece ben accetto, piuttosto che rimanere a casa a lamentarsi.
Il problema non sono gli immigrati che vengono in Italia, ma l'Italia che non sa gestire gli immigrati.
Altra accusa che viene mossa agli immigrati è la loro presunta maleducazione e l'aver fatto aumentare il tasso di criminalità. Bene, non so a voi, ma a me disgusta molto di più vedere un italiano che, pur avendo studiato e avendo una certa cultura, scelga di darsi alla malavita o di importunare o aggredire una donna per strada.
Non giustifico il fatto che lo facciano gli immigrati, ma contesto l'idea sbagliata che ci fa dire: "L'ha fatto un uomo di colore e allora merita di essere punito nel modo più intransigente, l'ha fatto un italiano, ed è quasi <normalita>"...
In un articolo di un noto quotidiano è stata riportata l'indignazione di alcuni cittadini, nell'aver visto degli immigrati giocarsi i soldi che il governo mette loro a disposizione per vivere.
Questa è una accusa razzista: gli immigrati dovrebbero poter usare questo denaro (che una volta entrato nelle loro mani diventa di loro proprietà) come meglio credono, assumendosene la responsabilità, al pari di tutti gli altri.
Perché non trattare la questione delle scommesse in maniera più generale?
Probabilmente in quella sala giochi ci saranno stati anche padri di famiglia italiani, che avranno sperperato il loro stipendio o la loro indennità di disoccupazione in una sera, mettendosi in condizione di non poter più fare la spesa per la propria famiglia.
Io sono indignato per il gioco d'azzardo in sé, non per chi lo pratica o con quali soldi.
Non dimentichiamoci che esistono anche immigrati educati e rispettosi, e molti italiani che non lo sono.
L'economia italiana, già di per sè ferma, lo sarebbe ancora di più senza questo flusso di persone che aiutano a sopperire la ridotta crescita demografica nel nostro Paese, come si legge in alcuni articoli.
Se volessimo quindi riassumere quanto detto, dovremmo concludere che giudichiamo solo gli errori altrui, scordandoci che siamo noi, talvolta, a fare di peggio.
Il male non sta nel popolo ma nell'individuo.

Mario Salinaro 2 C LES Liceo Bianchi Dottula - Bari

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