<<Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque».
Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.>>
Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.>>
Non a caso sono tantissimi i passi biblici, storici, scientifici che ci parlano dell’acqua come origine e parte integrante di ogni individuo. In verità, sarebbe opportuno se aggiungessimo o accostassimo alla creazione del mondo, una chiave di lettura in grado di spalancare le porte verso un orizzonte disparato, confinato proprio sulle sponde dei fiumi, delle acque del Tamigi, Eufrate, Nilo, compagni di vita o di morte di tutti gli esseri viventi, vero e proprio principio di tutto.
È proprio questo l’obiettivo di quest’oggi: rammentare, in ogni singolo uomo, l’importanza e il significato assoluto dell’acqua come fonte di vita ed energia.
Conducendo un’analisi graduale della linea del tempo e dunque ritornando a ritroso nei secoli, ci accorgiamo che nonostante l’ uomo primitivo non fosse in grado di coltivare, allevare, procacciarsi del cibo autonomamente, riusciva a sopravvivere solo mediante grosse quantità di acqua. Il suo ruolo ha sempre fornito la base fondante di ogni civiltà ormai tramontata: Babilonesi, Egiziani, Assiri, Sumeri, che, risiedendo nella Mezzaluna Fertile, sono stati in grado di svilupparsi e progredire. Tanto che in questa zona, odiernamente, vive ancora un terzo della popolazione del Vicino Oriente.
L’acqua è sempre stata una fonte vitale, figura capace di salvare dall’oscillare incessante delle nostre insicurezze, della nostra stessa vita, ma spesso essa, ha rappresentato un ostacolo dal quale non poter scappare. A volte può rappresentare il pericolo, il rischio, la minaccia, la morte: c’è chi si ritrova immerso nelle acque gelide per fuggire dal caos della proprio patria e approdare in una terra ricca di speranze e sogni; c’è chi, pur di salvaguardare la vita degli altri, affronta sempre l’acqua a “testa alta”. Diventa perciò il nemico dell’ essere umano e in quei casi non tende più la sua mano, esita nel diventare una sicurezza, una protezione, un rifugio, ma risulta una madre che abbandona, simbolo di dolore, sofferenza, vite spezzate, sollevate come un turbine e sprofondate negli abissi senza alcun senso; l’attimo seguente si mostra quiete e silenziosa. Dunque, è un paradosso ed è come se possedesse poteri impliciti ed espliciti che sprigiona in momenti più o meno opportuni. Questo è dimostrato dal fatto che se si pensa a mari, fiumi e laghi, è inevitabile ricollegare queste immagine a sensazioni contrastanti: piacevolezza, calma, scompiglio, violenza.
Proprio il 22 Marzo ricorre la Giornata Internazionale dell’acqua, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per attirare l’attenzione del pubblico nella critica questione dell’acqua; un miliardo di persone non ne ha ancora accesso. Mi piace intendere questa giornata nella sua totalità, non solo risparmio idrico ma sensibilizzazione contro l’inquinamento.
L’acqua è l’origine e la fine, tutto nasce da essa e tutto ad essa ritorna.
Francesca Cipulli 4^A Economico-sociale Liceo E. Palumbo, Brindisi