Samantha Cristoforetti, pilota militare, capitano dell’aeronautica e ingegnere, è nata a Milano ma è di origine trentina ed è cresciuta a Malì dove per il lancio è stato allestito un maxischermo. Ella ha contribuito allo svolgimento di tutti i compiti di ricerca, sperimentazione e manutenzione operativa del laboratorio spaziale. La carriera di Samantha inizia nel 2001 quando dopo aver frequentato l’Accademia di Pozzuoli nel 2005, viene inviata alla scuola di volo EURO-NATO dove consegue il brevetto di Pilota militare. stata selezionata come astronauta ESA e nel 2010 ha completato l’addestramento di base. Inoltre si è anche qualificata come primo ingegnere di volo sul veicolo Soyuz. Nel 2012 ha iniziato la sua missione “Futura” a bordo della Stazione Spaziale Interazionale. “ sempre stato molto presente nei miei sogni ad occhi aperti, quei sogni ai quali si pensa quando si è ben coscienti”, ha detto Samantha raccontando la sua esperienza .
L’arrivo nello spazio è sempre una sorpresa e come dice l’astronauta italiana “è eccezionale lasciarsi andare, chiudere gli occhi e cercare di capire cosa vede e sente il cervello e al tempo stesso i trucchi che trova per gestire una situazione così”. Allo stesso tempo la Cristoforetti diventa anche oggetto di un primo esperimento relativo all’adattamento dell’organismo, dei sensi e del cervello al movimento in assenza di peso. Lo studio è condotto attraverso telecamere che riprendono il movimento grazie a delle piccole sfere riflettenti al corpo.
I primi tempi nella stazione sono diventati momenti di stupore e meraviglia in quanto l’astronauta ha visto dall’alto l’Italia infatti ella dice che essa è bellissima dallo spazio perché è una combinazione di coste, isole, montagne, che la rendono speciale. Oltre a momenti di meraviglia per l’astronauta, ci sono stati anche momenti di difficoltà in quanto ha dovuto adattarsi in base agli spazi e alle varie attività tra cui la manutenzione. A due mesi Samantha ha preso dimestichezza a vivere in assenza di gravità, sentendosi ormai a casa. A bordo della stazione c’erano vari laboratori internazionali tra cui quello statunitense, russo, giapponese e infine quello europeo che permette di svolgere attività di ricerca come esperimenti.
Tra le varie ricerche è stata ipotizzata una componente genetica pericolosa per le missioni di lunga durata, si tratta del deterioramento visivo che non riguarda tutti gli astronauti ma all’incirca il 43%. Ancora Samantha racconta: “È stato il momento perfetto per vedere i pannelli solari colorati di arancione, è stato un momento stupendo proprio come mi avevano detto”.
Una missione vista con l’impressione che lo spazio sia molto meglio di come lei o come tutti lo immaginano. Tra gli esperimenti scientifici che Samanta aveva raccontato in un’intervista pochi giorni prima della partenza per lo Spazio, ce n’è stato uno molto diverso dagli altri: l’erogazione di bevande calde in microgravità, che il capitano Cristoforetti ha “sperimentato” sorseggiando un vero e proprio caffè espresso nello Spazio. Prima di partire per lo spazio Samantha scrisse su twitter <<ci sentiamo dallo spazio>> infatti ha dialogato molto con studenti, giornalisti, e anche con il Presidente della Repubblica .Tornata sulla Terra, Samantha ha trovato molto difficile elaborare tutti i cambiamenti dovuti a questa magnifica esperienza. Per l’astronauta, il senso del limite è importante e bisogna averlo, bisogna avere molta coscienza dei propri limiti e di quelli dati dalle circostanze nelle quali si trova però l’essere umano deve avere un atteggiamento di superamento del limite.
I Iimiti non sono mai fissi e quando hanno le occasioni si muovono e Samantha afferma che non avrà mai un limite finale e spera di non essere nelle condizioni di doverlo fare.
Federica Agresti VAL Liceo Economico Sociale “E.Carafa” Andria