Collocati all’interno di apposite teche con didascalie essenziali che fornivano indicazioni sull’oggetto esposto (misure e date) e ne illustravano il contenuto, io ed i compagni della classe 3^A LES abbiamo avuto la possibilità di sfogliare e ingrandire le pagine dei manoscritti attraverso schermi touch screen: questo ci ha permesso di cogliere imprevedibili particolari, come numeri di matricola, timbri, autorizzazioni, ecc. Colpisce anche la particolare grafia che, sebbene minutissima, risulta di facile lettura grazie alla sua regolarità e all’assenza di segni di ripensamento; anche le frasi sbarrate con una semplice linea sono di facile lettura!
Senza dimenticare la visualizzazione sugli schermi, di brevi giudizi di Gramsci, tratti sempre dai Quaderni e dalle Lettere dal carcere.
Mi fermo, quasi calamitato, a leggere alcune di quelle riflessioni sulle cause che (ci ha spiegato la Prof.) hanno condotto alla vittoria del fascismo e su una lunga serie di «quistioni» filosofiche, storiografiche e politiche come la crisi dello Stato-nazione, l’industrialismo, la funzione degli intellettuali, le tensioni derivanti dall’unificazione internazionale dei mercati a fronte di una politica chiusa nei confini nazionali, la guerra mondiale e la nascita della società di massa, la funzione dei partiti e l’emancipazione delle classi subalterne: aspetti fondamentali della storia moderna.
Politico, filosofo, critico letterario e giornalista italiano, Antonio Gramsci fu tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia.
Gramsci ottenne il permesso di scrivere nel gennaio del 1929, mentre era recluso nel carcere di Turi dove scontava la condanna a oltre vent’anni inflittagli il 4 giugno 1928 dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Nel 1934, in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, gli venne concessa la libertà condizionata e fu ricoverato in clinica, dove passò gli ultimi due anni di vita. negli anni del carcere fascista, che ne logorò irrimediabilmente la fibra e ne spense prematuramente la vita, Gramsci fu "un combattente politico", un grande italiano e un riformatore europeo.
Le sue "Lettere" apparvero per la prima volta nel 1947 e sono da considerarsi fra i risultati più alti della tradizione filosofica marxista.
Ma sono soprattutto, secondo me, un esempio di come la libertà di espressione sia quasi un dovere morale!
Costituzione Italiana, art.21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Marco Normanno 3^A LES Liceo Bianchi Dottula - Bari
Mostra al Museo Civico di Bari: "Gramsci. I quaderni e i libri del carcere”
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- Inserito da Laura Triggiani
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