Versi, rime, assonanze, figure retoriche....Parole in musica, significati densi, spesso oscuri e inafferrabili... Davvero è questo la poesia?
Davvero quel mondo altro in cui spesso ci ritroviamo, ci rifugiamo o da cui prendiamo le distanze si riduce a questo? Davvero quei versi che accarezzano la nostra anima quando si sente sola non sono altro che tecnicismi? E come spiegare la meraviglia suscitata dalle parole e la bellezza dei versi ?
La poesia è nel suo significato etimologico essenzialmente una creazione, quindi un’opera d’arte.
Per me è tante cose: è la vita fotografata nelle sue diverse e molteplici sfumature, è l’uomo con il suo conflitto fra ragione e cuore, è bellezza ed emozione ma soprattutto è un rifugio in cui prendiamo le distanze da un mondo a volte chiassoso e che va sempre di fretta, un rifugio in cui ci sentiamo liberi di essere noi stessi e abbiamo il coraggio di ammettere e di riconoscere le nostre paure, le nostre debolezze, i nostri sogni e desideri che con la poesia affiorano alla coscienza.
In questi giorni in cui un virus sconosciuto che viene dalla Cina ci ha privato della nostra quotidianità, della nostra routine, dei nostri affetti costringendoci a vivere più lentamente, a cambiare ritmi e abitudini e a restare in casa; in questi giorni in cui la paura prende il sopravvento e diventa angoscia, la lettura di una bella poesia può nutrire la nostra anima aiutandoci a mettere da parte la paura e facendoci scoprire il piacere delle cose semplici cioè, appunto, la lettura di una poesia. Il 21 Marzo, primo giorno di primavera, ricorre la Giornata Mondiale della Poesia
#IORESTOACASA
#LEGGOUNAPOESIA
IL SABATO DEL VILLAGGIO
La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell'erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
Giù da' colli e da' tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.[...]
(G.Leopardi,Il Sabato del villaggio, vv.1-23)
(Tonia Trematore, classe 2^ F LES, ISISS "FIANI LECCISOTTI", Torremaggiore, FG)