Un problema che da anni sorge a livello sociale, politico, massmediatico sono appunto le periferie, vaste realtà che accomunano l’Italia da Nord a Sud.
Ampi spazi desiderosi di essere colmati da parte dell’indifferenza e saturità dei centri urbani.
Rilevante bisogno di novità in un destino, quasi, segnato.
Ecco come si vedono le periferie, un barlume di speranza che nel tempo si smorza.
Si perchè,è vero,le periferie non sono un dormitorio però poi nel concreto cosa sono?
Un incontro tra edilizia residenziale pubblica,quindi gruppi di persone collocati da delle graduatorie in una zona rispetto che ad un’altra; ed edilizia privata,e quindi l’altra parte di popolazione,di questi immensi luoghi,che per un qualunque motivo ha scelto di voler vivere lontana dal rumore,a volte,assordante dei centri.
E forse è proprio questo il problema della periferia:la scelta.
La scelta di volerci vivere o meno;sìsi,perché,forse,se fosse una scelta di vita personale in tutti i casi e non solo in delle eccezioni,questi luoghi non avrebbero tutti i problemi a causa dei quali oggi siamo qui a parlarne.
Le periferie portano la repressione di una popolazione abbandonata soprattutto negli anni 70 come ne parla l’autore barese Nicola Schingaro.
Infatti i problemi che oggi queste zone hanno,soprattutto, quello della criminalità,sono il risultato di uno stato di abbandono da parte dello Stato.
Cosa offre questo mondo?
Il terrore da parte di una mamma nel far giocare il proprio figlio nel parco sotto casa? Un coprifuoco costante perchè dopo una determinata ora aumentano le possibilità di pericolo? Oppure far vivere un adolescente tutto il giorno fuori casa per far sì che frequenti una scuola e compagnie che possano influenzarlo positivamente e soprattutto dargli un futuro?
Potremmo immaginare le periferie come una fiammante Ferrari rossa, capace di avere altissime prestazioni, purtroppo,però, si trova nelle mani, di un principiante; e quindi? Cosa succede? Accade che la potentissima sportiva venga utilizzata come una semplicissima autovettura ordinaria.
Ecco,questo sono le periferie,potenzialità nelle mani di chi,evidentemente,non ne sa trarre nulla.
Questi luoghi infatti sono una vera e propria risorsa:parchi,nuovi centri per lo shopping all’aria aperta (immaginiamo,ad esempio una via Sparano,nel centro del San Paolo),locali,cinema,mostre,incontri pubblici… questo è solo una minima parte di ciò che potrebbero dare.
Inoltre le periferie hanno una marcia in più,la solidarietà,si perchè anche chi possiede poco mette tutto ciò che ha a disposizione per aiutare chi ha,ancora, meno di lui;ricordo di un servizio del programma ‘Le Iene’ sulla periferia di Corviale a Roma,un uomo dopo aver perso il proprio lavoro decide di fare richiesta per creare un campetto da calcio nel ‘parco’ degradato di fronte all’enorme serpentone di Corviale;infatti quello che nelle città può essere definito un ‘semplice campo da calcio’ in luoghi come le periferie può essere una vera e propria salvezza per tutte le neo generazioni che vi nascono.
Ciò che necessitano le periferie sono costanti ed ordinari aiuti;non basta fare un nuovo waterfront se non si combatte la criminalità organizzata,non basta creare la ‘Nuova SanPaolo’ se poi non ci sono mezzi efficienti che collegano il quartiere con il centro urbano a tutte le ore,non basta chiamare delle vie con nomi tipo ‘Via della libertà,Via della Giustizia...’ se poi non si dà una mano effettiva alle persone che vi vivono.
Forse è troppo difficile,o meglio,non conveniente,andare a modificare certe realtà?
‘È molto più carina da vicino. È bella addirittura. Ha occhi nocciola chiaro, malinconici, che forse hanno visto troppa periferia e raccontano di cose desiderate e mai avute.’
(Giorgio Faletti)
Nicole Colaianni, IV Bu Liceo Bianchi Dottula - Bari