Un gruppo di noi studenti del Vittorino ha avuto la fortuna di poter incontrare ed intervistare Davide Combusti, in arte The Niro, giunto a Taranto per un suo concerto a “Spazioporto”, il nuovo contenitore culturale di cui la nostra città si è dotato.
Lo abbiamo incontrato nel corso del quasi primaverile pomeriggio del 18 febbraio scorso. Primo incontro di un percorso di laboratori sul web journalism, organizzato dal Comitato Cittadini Liberi e Pensanti di Taranto, in linea con le attività svolte negli anni precedenti con le scuole e finalizzate alla sensibilizzazione e partecipazione attiva del cittadino alle problematiche sociali.
Famoso cantautore italiano, nato il 6 Ottobre 1978, The Niro è un personaggio estremamente piacevole, con cui parlare è stato per noi arricchente.
A nostro parere, un cantastorie nato, a cui piace narrare agli altri le sue avventure; ha davvero tanto da raccontare e insegnare.
Ai nostri occhi, (e ci ha confessato anche ai suoi) è un eterno giovane.
Si è dimostrato fin da subito estremamente disponibile e gentile, quindi eravamo sinceramente interessati quando ha risposto alla nostra prima domanda: “Come stai?".
Dopo un periodo davvero duro come quello che è appena passato per via del Covid e che lo ha tenuto parzialmente lontano dalla sua musica, ora che la situazione è migliorata ha potuto rispondere: "Adesso bene, molto bene".
The Niro ci ha raccontato i mesi di quarantena e come per lui non siano stati affatto facili, soprattutto essendosi ritrovato bloccato in casa poco prima dell'inizio del suo tour europeo.
Ma grazie alla sua curiosità, è riuscito a superare questo momento. Ci dice: "Nel settembre 2020, reagisco."
Infatti il cantautore durante la reclusione ha avuto l'opportunità di coltivare una nuova passione che aveva per la testa da un bel po': la produzione di cappelli.
The Niro in passato, oltre ad essere stato redattore, speaker radiofonico, traduttore nei processi e attualmente musicista, adesso produce anche cappelli! Come abbiamo detto: un eterno giovane, che apprezza la vita e che non smette di voler imparare cose nuove ogni giorno.
Fra le sue tante passioni, ha tenuto a specificare, la musica ha un posto speciale: "Ho fatto talmente tante cose, che ne ero pieno prima di scegliere una direzione. E ho scelto la direzione più bella, la più romantica e che dà anche più dolore".
È palese che sia una persona emotiva ed è anche per questo che è un cantautore così bravo, dato che attraverso i suoi testi riusciamo a sentire tutte le sue emozioni. Ci confessa tuttavia: "L'aspetto meno positivo dell’essere sensibili è che tutto sembra molto più grande di quello che è".
Fin da piccolo The Niro è stato circondato dalla musica, avendo un padre - Giordano Combusti - batterista. Ma nonostante ciò, Davide ci svela che non sognava da piccolo di fare della musica la sua attività. Aveva tre grandi sogni: l'archeologia (sfumata perché ha scoperto che la maggior parte degli archeologi diventavano insegnanti), il giornalismo ("mi piace davvero tanto scrivere") e, solo infine, la musica.
Il cantante ci racconta di come lui abbia imparato a suonare tanti strumenti, ignaro fino ad una certa età che "la voce era il mio strumento più diretto e comunicativo".
Infatti la storia dietro alla scoperta del suo talento canoro è abbastanza divertente. Per molto tempo sia The Niro che le persone che aveva attorno erano certi che lui fosse assolutamente stonato, fino al giorno precedente alla sua prima apertura di un concerto. Solo quel giorno scopre che non era lui ad essere stonato, bensì la sua chitarra, che non aveva mai accordato prima e che, una volta debitamente accordata, ha fatto scoprire la sua stupenda voce a tutti.
E tuttora confida "non ho mai preso lezioni, per me la tecnica canora è nella giusta respirazione durante l’esecuzione".
Tra i tanti fantastici singoli che ha realizzato The Niro,” Liar” è uno dei più famosi e apprezzati.
Ma ci siamo chiesti, che storia c'è dietro un testo così forte? Chi è questo "bugiardo" protagonista del brano?
Il cantante ci ha risposto schiettamente: "Il bugiardo sono io. Liar è un'autoanalisi, come quasi tutti i brani che scrivo, che raccontano le parti di me che io non riesco a sviscerare a livello comunicativo diretto".
The Niro ci spiega come per lui, sempre stato timido e non capace di esternare sempre certi sentimenti, la musica è stata il filtro perfetto attraverso il quale è riuscito finalmente a raccontarsi: "La musica è un linguaggio universale. Ti fa capire uno stato d'animo ancora prima delle parole".
Infatti è attraverso la musica che nel brano "About love and indifferents" riesce a raccontare il suo rapporto con i sentimenti.
"Io ho vissuto tutte le emozioni e relazioni possibili", ma nonostante i tanti periodi di sofferenza, ci spiega: "Anche stare male ti fortifica e ti rende una persona migliore. Anche quando sbagli, impari".
È noto che The Niro scriva sia in italiano che in inglese, quindi nasce spontanea la domanda: "Preferisci scrivere in inglese o prediligi la lingua italiana?" Anche perché il cantante fin da molto giovane ha viaggiato per il mondo, esibendosi in America, Inghilterra e Francia.
Così ci risponde: "l'inglese mi ha aiutato all'inizio perché ero molto timido, quindi partire subito dall'italiano mi sembrava raccontare in modo troppo diretto le mie emozioni, non calcolando invece che là dove coprivo la mia timidezza da una parte (in Italia), la stavo scoprendo a tutto il resto del mondo. "
Ed il mondo, alla fine, passo passo lo ha conquistato. Ha girato molti posti e si è esibito in luoghi a lui prima sconosciuti, arricchendo il suo bagaglio di esperienza fin da giovane.
Molto spesso può essere spaventoso ritrovarsi lì, fuori, lontano dai luoghi noti, la conosciamo tutti come sensazione, così The Niro ci ha dato la sua visione di ciò che è per lui viaggiare: "Il viaggio è una condizione che ti apre la mente, anche quando sei spaventato prevale sempre il senso di libertà. Una volta che hai superato la paura è tutto bellissimo. Perché il mondo non è abbastanza grande."
Un momento in cui la paura di cui parla si è fatta sentire particolarmente è quando, ancora poco conosciuto, ha aperto un concerto dei Deep Purple, con, a detta sua, un pubblico davvero duro.
"Anche chi non sapeva fischiare imparò quel giorno" ci dice, tuttavia, sempre con un sorriso sul volto. Ci ha raccontato di come è riuscito ad uscire da questa situazione difficile con una frase, che ammette anche lui, essergli uscita dal nulla e che lo ha salvato nella sua semplicità: "Ah! Non mi avete riconosciuto!".
Così è riuscito a zittire una folla di 10.000 persone che dopo avergli finalmente dato una opportunità, presi alla sprovvista da quella affermazione, dopo la fine del brano è scoppiata in applausi e urla.
Ricorda The Niro di essersi detto: "Ok, dopo questa sono pronto a tutto."
E lo è decisamente stato.
“Bellissima chiacchierata su musica e comunicazione, tra biografia ed ambizioni, primi bilanci e talenti da coltivare: sensibilità a confronto tra generazioni in fin dei conti non così distanti tra loro…” Queste le riflessioni di Angelo Di Leo, giornalista della “Ringhiera” di Taranto, che ci accompagnerà durante gli incontri.
Giorgia Ingusci IV Aes