A partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale un sentimento di forte insofferenza si era insinuato nelle coscienze delle nuove generazioni, una certa irritazione che portò ad un periodo che ha segnato in modo indelebile il XX secolo. Il 1968 fu, infatti, un anno caratterizzato da proteste che scombussolarono il sistema sociale mondiale - e italiano - da svariati punti di vista, tanto da causare l’adozione del termine “Il Sessantotto” per indicare l’insieme di questi sentimenti di ribellione che sono sfociati in numerose manifestazioni. Si tratta di un fenomeno caratterizzato dalla partecipazione di un’intera generazione di giovani studenti, operai, donne, che aveva un vasto orizzonte: dal rifiuto delle autorità al femminismo, dalla riduzione delle ore lavorative alla rivolta anticolonialista, un fenomeno pertanto complesso con i suoi molteplici punti di vista diversi.
Un esempio è lo studio che ha condotto Stefano de Luca, secondo il quale il Sessantotto fu un movimento fortemente orientato a sinistra (guidato dalla “nuova sinistra”), caratterizzato principalmente dalla contestazione dell’autorità e della gerarchia (dall’esercito alla famiglia, dalla scuola alla coppia), di contestazione delle tradizioni, i cui effetti si ripercossero profondamente sulla società. Infatti, il Sessantotto mise in dubbio il ruolo dell’uomo come “dominatore” nella coppia ponendolo sullo stesso livello della donna e ha dato origine al vero e proprio femminismo, ad una ricerca di miglioramento della vita delle donne, raggiunto con riforme come l’Emplayment Protection Act (1975) che retribuiva le donne anche nel periodo di maternità, o il Domestic Violence and Matrimonial Proceeding Act (1976)che permetteva alle donne di denunciare un marito violento. Inoltre, si mise in discussione il modello gerarchico diffuso dalle scuole e dall’esercito, e lo stesso ruolo della famiglia era sostituito da organizzazioni studentesche, da unioni di giovani, come ci viene presentato anche nella storia di Lidia Franceschi “La bambina di Odessa”. La Nuova Sinistra si concentrava anche nel cercare di rendere la modernizzazione più giusta per tutti, contro quindi le autorità che la caratterizzavano.Il Sessantotto è stato anche il manifesto (soprattutto all’estero) di un solido movimento antimperialista, sbocciato in particolare grazie alla mediatizzazione della guerra del Vietnam, che aveva fatto nascere un profondo senso etico e morale nei cittadini statunitensi che si ribellavano al colonialismo, molti dei quali arrivarono persino a bruciare la lettera di richiamo alle armi.
Altri studiosi ritengono che il Sessantotto abbia lasciato anche nella storia e tradizione italiana delle forme fortemente negative, come sostenuto Angelo Panebianco. Da questo punto di vista il '68 è stato un movimento di proteste originato dall'incapacità degli intellettuali di adattarsi alla democrazia liberale, rimanendo fedeli all’ideologia di carattere marxista. Non è nato quindi da vere necessità della popolazione, ma da una forte influenza e pressione intellettuale su tutte le istituzioni e organizzazioni culturali. Secondo questo punto di vista, le proteste sono anche state generate dalla paura dei ceti borghesi di perdere il loro status, minacciato dalla nascita della scuola di massa. I figli degli aristocratici, dei borghesi e degli operai si ritrovarono cosi all'interno della stessa classe e i ceti sociali venivano livellati. Seguendo questa teoria le ripercussioni sull’organizzazione sociale e statale furono notevoli: i nuovi magistrati credevano in una legge più flessibile ed interpretabile che potesse essere usata come lotta politica; i nuovi dipendenti dello stato erano stati educati a disprezzare lo stato stesso; nelle scuole troviamo un atteggiamento improntato al rifiuto del capitalismo e al pauperismo cattolico e, quindi, all’esaltazione della povertà come scelta volontaria.
Quindi, il ’68 può essere considerato come un avvenimento rivoluzionario, che si è diffuso in tutto il mondo, dal Giappone all’Italia, al celebre maggio del 68 francese, al Messico, grazie alle sue richieste innovative e progressiste che tendevano alla ricerca di uno stato più libero e pacifico.
Sara Stornelli - classe 5^AL Liceo Linguistico "Bianchi Dottula" Bari
La Rivoluzione del Sessantotto
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- Inserito da Lia De Marco
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