Questo scrittore è stato uno dei tanti protagonisti della seconda guerra mondiale, ma uno dei pochi sopravvissuti a questo orrore. Tutte le guerre che siano giustificate o meno sono sbagliate e terribili da affrontare, sia come soldato, mettendo tutta la forza e il coraggio possibile per combattere; sia come civile, attendendo il ritorno dei propri cari e ritrovandosi a dover mantenere, con le quasi assenti risorse, la restante parte della famiglia rimasta a casa. Comunemente si è a conoscenza delle due grandi guerre del secolo scorso ma si ignora che tutt’oggi continuamente vengono portate avanti delle guerre che siano esse virtuali, per problemi politici o sociali, per ottenere la libertà e la dignità come persone. Le motivazioni delle guerre possono essere molteplici ma sicuramente segnano profondamente gli animi umani e anche il proseguimento della storia futura: le prime due guerre hanno avuto un grande impatto nel globo terrestre per la loro caratteristica di essere “mondiali” in quanto hanno coinvolto tutti i continenti e “totali” perché i Paesi partecipanti hanno usato qualsiasi mezzo a loro disposizione per parteciparvi. Come sappiamo infatti nella seconda guerra mondiale si è arrivati all’utilizzo della bomba atomica che ha mostrato al mondo intero le tragiche conseguenze della tecnologia avanzata: l’uomo è certamente intelligente, ma usa la sua intelligenza contro se stesso e soprattutto per sabotare l’altro. La prima guerra totale ha portato anche alla nascita degli stati totali (totalitarismi) che controllano ogni aspetto della vita dell’individuo attraverso la propaganda, l’indottrinamento e il forte carisma del capo dello Stato, che Hegel definì come “Stato etico”. Dunque l’obiettivo della seconda guerra mondiale, iniziata da Adolf Hitler, a capo di uno dei terribili totalitarismi europei, il Nazismo, era proprio quello di conquistare tutta l’Europa e la Russia per portare la Germania ai tempi d’oro del grande territorio prusso. E’ qui che ritroviamo la prima grande differenza tra il primo e il secondo scontro mondiale: la prima guerra mondiale è stata causata allo stesso tempo da tutti e da nessuno, non c’era un intento ben preciso, mentre nella seconda l'intenzione era proprio quella di affermare la propria politica e la propria potenza sugli altri, eliminando tutti coloro che erano d’intralcio e dunque riportare il mondo nel passato più oscuro.
Studiando la storia e analizzando le dinamiche attuali si può evincere che l’uomo non è in grado di imparare dal proprio passato: attualmente, infatti, è in atto la guerra tra Russia e Ucraina le cui radici risalgono al 2014. La guerra, come molte altre della storia, è nata per volere del capo dello Stato di ottenere maggiori ricchezze e maggior potere: in questo caso la Russia, per volere di Putin, nel febbraio del 2022, ha attaccato l’Ucraina per conquistare due territori molto ricchi e fertili, la Crimea e il Donbass, al confine tra i due paesi, che sono da sempre contesi tra di loro.
Una riflessione nasce spontanea: se nel 1945 si è arrivati all’uso delle armi nucleari pur di vincere una guerra e mostrare la propria potenza, oggi, in un mondo in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante e in cui la Russia è uno dei Paesi più influenti nell’economia mondiale, come si può porre fine al conflitto dando un aiuto dall’esterno? Fin dove si può spingere la mente umana annebbiata dalla voglia di potere e ricchezza?
Uno dei problemi principali dei vari conflitti della storia è proprio quello di non riuscire, principalmente per paura delle conseguenze, a ribellarsi contro le menti malate di chi gode per la sofferenza altrui; nel caso della prima e della seconda guerra mondiale si credeva fortemente nella classica “guerra lampo” che sarebbe durata non più di due anni e per questo tutti i soldati erano entusiasti, ma come ben sappiamo sono durate molto di più di quanto immaginato. Lo stesso Ungaretti descrive nelle sue poesie l’entusiasmo iniziale della guerra di tutti i soldati, influenzati anche dall’idea di Marinetti “la guerra è l’unica igiene del mondo”, ma nel momento in cui, lo scrittore in primis, si ritrovò accanto al corpo morto ed irrigidito di un suo compagno, capì che grande errore ed orrore fosse la guerra. Tutti dovremmo essere consapevoli di ciò per non far soffrire così altre generazioni.
Valeria Volpicella - classe 5^BU Liceo delle Scienze umane "Bianchi Dottula" Bari
"Niente finiva più"
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- Inserito da Lia De Marco
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