La Montessori guarda al cuore dei bambini con profonda empatia riuscendo ben presto a comprendere che i metodi del tempo, rigidi e privi di una conoscenza reale dell’affascinante mondo dell’infanzia, non fanno altro che plasmare la personalità del bambino, privandolo della libertà di acquisire le sue conoscenze liberamente e senza alcuna costrizione. Sebbene sia ricordata soprattutto per un metodo d’insegnamento volto ad accompagnare i bambini nella prima infanzia, la Montessori tiene in alta considerazione tutti momenti di crescita di un individuo, in particolar modo l’adolescenza, quel momento formativo piuttosto complesso e tormentato in cui l’essere umano può sviluppare e consolidare le sue qualità più nobili.
Ma prima di ripercorrere i momenti più salienti della vita e della carriera di questa donna, credo sia importante focalizzare l’attenzione su quel metodo da lei ideato e che reca il suo stesso cognome, ovvero il metodo Montessori. Tale metodo si fonda principalmente sull’organizzazione di un ambiente accogliente e piacevole in cui ogni elemento vi è posto con il fine di aiutare lo sviluppo del bambino. L’ambiente dev’essere proporzionale all’altezza e alle dimensioni dei bambini, l’aula è suddivisa in aree in cui materiali correlati sono esposti su scaffali bassi, in modo da consentirgli una grande libertà di movimento. Ogni bambino usa il materiale che ha scelto prendendolo dallo scaffale e rimettendolo al suo posto in modo che altri possano usarlo. Il metodo Montessori rispetta il ritmo di ogni bambino ed invita gli insegnanti a non etichettare nessun alunno perché il ritmo di ciascuno può variare a seconda del momento della giornata, dell’attività scolta e dei diversi periodi del suo sviluppo. Le aule Montessori riuniscono bambini di tre diverse fasce di età: dai tre ai sei anni, dai sei ai nove anni, dai nove ai tredici anni. Queste classi d’età eterogenee favoriscono la cooperazione spontanea, il desiderio di imparare, il rispetto reciproco e l’acquisizione di una profonda conoscenza nel processo di insegnamento degli altri. Quando il bambino viene lasciato libero di scegliere i materiali in un ambiente preparato con cura, selezionerà ciò di cui ha bisogno, quando ne ha bisogno. I materiali del metodo Montessori sono progettati scientificamente in un contesto sperimentale all’interno della classe, prestando particolare attenzione agli interessi dei bambini e basati sullo stadio evolutivo che stanno attraversando. La manipolazione di oggetti concreti aiuterà lo sviluppo della conoscenza e del pensiero astratto e sarà lo stesso strumento usato dal bambino a fargli comprendere l’errore, non più visto come qualcosa di cui vergognarsi, ma come componente essenziale del processo di apprendimento. Il metodo montessoriano insegna quindi al bambino a stabilire un atteggiamento positivo nei confronti dell’errore, rendendolo responsabile del proprio apprendimento e aiutandolo a sviluppare la fiducia in se stesso. È il bambino stesso ad essere invitato ad identificare i propri errori, piuttosto che attendere passivamente le correzioni dell’adulto, diventando così consapevole della propria possibilità di scelta nel migliorare se stesso. Impara con facilità attraverso la sua interazione con l’ambiente, piuttosto che attraverso le parole dell’insegnante. Quest’ultimo deve osservare ogni bambino, i suoi bisogni, le sue capacità e i suoi interessi, e offrirgli la possibilità di lavorare in modo intelligente e con uno scopo concreto. L’obiettivo finale dell’insegnante è quello di intervenire il meno possibile man mano che il bambino progredisce nel suo sviluppo, aiutandolo a sviluppare la fiducia e la disciplina interiore. Nel metodo Montessori non vengono dati né premi e né punizioni: sarà lo stesso bambino a trovare la sua gratificazione interiore grazie al lavoro svolto. Quando il bambino, in base al proprio sviluppo evolutivo, è pronto per una lezione, l’insegnante introduce l’uso di nuovi materiali e presenta le attività individualmente o in un gruppo ridotto. Non è l’insegnante, denominata dalla Montessori “direttrice”, ma il bambino stesso che è responsabile del proprio apprendimento e sviluppo.
Agnese Sterlaccio 5Bu Liceo Bianchi Dottula, Bari