IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Quintiliano per alcuni aspetti può essere considerato un percussore della pedagogia moderna. Nel primo libro dell'Institutio Oratoria, dedicato all'istruzione elementare, sono esposti infatti principi educativi che colpiscono per la loro modernità: Quintiliano concepisce l'apprendimento come qualcosa di connaturato all'uomo e respinge il falso convincimento di chi ritiene che solo pochi siano capaci di apprendere. Se è vero, infatti, che non tutti sono ugualmente dotati dal punto di vista intellettivo, tutti però possono ottenere qualche risultato attraverso lo studio. Questo tipo di posizione sembra anticipare concetti pedagogici che attualmente si danno per lo più per acquisiti, tanto sono parte integrante della teoria e della pratica educativa. Quello che forse colpisce maggiormente in Quintiliano, è la sua attenzione verso l'infanzia, attenzione che rivela una sensibilità particolare. Quintiliano suggerisce di iniziare l'educazione del bambino molto precocemente, perché nella prima infanzia la mente è particolarmente elastica e permeabile. È per questo che, prima ancora che ai maestri, un ruolo educativo fondamentale è affidato alle figure dei genitori e della nutrice, che si prende cura del bambino nei primi tre anni di vita e che sostanzialmente gli trasmette i principi del linguaggio. Quintiliano può essere considerato il precursore di pedagogisti moderni come il tedesco Froebel che nella prima metà dell'Ottocento fondò i Kindergarten, cioè le prime scuole dell'infanzia, il cui programma educativo era impostato proprio sul gioco. Le intuizioni di Quintiliano che hanno avuto teorizzazioni moderne più sistematiche sono numerose: il suggerimento di usare lettere di avorio per imparare l'alfabeto cui si è già fatto cenno, anticipa in qualche modo l'attenzione che viene data oggi nella scuola dell'infanzia ai materiali didattici, all'uso di oggetti che possano invogliare il bambino alla conoscenza, stimolandone la curiosità anche dal punto di vista sensoriale. Questo aspetto, ha rappresentato un punto importante nella pratica pedagogica e didattica di Maria Montessori, una delle personalità più significative della pedagogia del Novecento, che diede vita in Italia a scuole ispirate ai principi dell'attivismo. E proprio il fondatore dell'attivismo in pedagogia, lo statunitense Dewey, pone come uno dei cardini del suo pensiero un'idea che troviamo, in Quintiliano, ovvero l'importanza data alla socialità; l'istruzione pubblica è preferita infatti, dallo scrittore latino, a quella privata (in cui il rapporto tra bambino e pedagogo era esclusivo e non prevedeva la presenza di un gruppo di allievi); la socializzazione rappresenta infatti un'esperienza importante per la formazione del futuro cittadino. Inoltre anche una sana competitività, possibile solo se l'apprendimento è collettivo, è valorizzata da Quintiliano come un mezzo attraverso il quale migliorarsi ed esprimere il proprio potenziale intellettivo ed umano. Egli dovrà essere una figura moralmente ineccepibile e in nessun modo dovrà abusare del proprio potere. Ma non solo, tra maestro ed allievo dovrà anche instaurarsi un rapporto di fiducia reciproca.
Agnese Sterlaccio - classe 5BU Liceo Bianchi Dottula, Bari

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