Il 5 aprile, per iniziativa del nostro Istituto, abbiamo assistito alla proiezione del film, " La macchinazione" , nelle sale dal mese di marzo e girato dal regista David Grieco sulla figura del noto poeta, scrittore, saggista, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano Pier Paolo Pasolini. Acuto osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni Settanta, ha suscitato spesso aspre polemiche e animati dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi, o società di massa, colpevole di aver distrutto i valori del passato, fondati sulla religione, sulla cultura familiare, sull'attaccamento alle tradizioni, e soppiantati da una mentalità edonistica, improntata al consumo e alla ricerca del benessere. Nella società di massa domina una visione del mondo che preferisce l'automobile al crocifisso, alla falce e al martello e che uniforma le condotte individuali a un modello unico, in cui l'originalità lascia il posto al conformismo. La stampa comunicò la notizia del suo decesso, fatto alquanto insolito considerando che, all'epoca, le notizie non viaggiavano con la stessa velocità di adesso nell'immenso portale della telecomunicazione. Questo inspiegabile e singolare episodio ha sollevato numerosi interrogativi da parte dell'opinione pubblica, che ha attribito al suo assassinio numerose interpretazioni. 41 anni dopo, David Grieco, amico dello scrittore italiano, nel film "La macchinazione" ha ricostruito gli avvenimenti della sua morte, riportando alla luce pesanti indizi che trasformano l'omicidio di Pasolini, all'epoca imputato al giovane Giuseppe Pelosi, all'interno di un'autentica "macchinazione", ordita dalla malavita romana. La macchinazione è, infatti, quella che avviene tra i "Ragazzi di vita", Pino Pelosi, con cui Pasolini aveva una relazione, con la malavita organizzata e tutto quell’apparato di potere politico-massonico-criminale che rendeva tutti complici volontari e involontari, tutti oramai indistinguibili, tutti oramai ugualmente colpevoli. Il motore che aziono' la macchinazione risulta essere, per Grieco, proprio la realizzazione di due opere di Pasolini: il suo ultimo film "Salò o le 120 giornate di Sodoma" e il romanzo incompiuto "Petrolio". Il regista suggerisce come il furto dei negativi dalle sede della Technicolor ed il seguente riscatto siano stati l'ingannevole espediente con il quale Pasolini fu attirato, sulla sua Alfa Romeo GT, nel luogo in cui, di lì a poco, si consumò il delitto per mano di esponenti della piccola criminalità romana, a loro volta legati alla Banda della Magliana. Una tesi, quella di Grieco, che trova riscontro nei cinque DNA mai identificati e ritrovati sugli abiti della vittima e sul luogo del crimine. Per Pasolini, quelli che stava vivendo, erano anni difficili, intrisi di stragi, terrorismo, evasione, corruzione e collusione degli apparati dello Stato e per questo diventa un personaggio sempre più scomodo, anche perché il suo romanzo, Petrolio, ruotava quasi interamente attorno a Eugenio Cefis, all'epoca presidente dell'ENI e Montedison, nonché creatore, nel 1973, della loggia massonica deviata, denominata P 2. Lo scritto, che impegno' Pasolini durante gli ultimi anni della sua vita, mostra i fittissimi intrecci tra politica, industria e criminalità legata all’estrema destra. In esso Pasolini denuncia il sinistro operato di Eugenio Cefis del quale ipotizza il coinvolgimento nella morte dell'allora presidente ENI, Enrico Mattei. Proprio le sue indagini e le sue accuse sarebbero il movente dietro il quale cercare le risposte rimaste insolute su quello che ancora oggi è uno dei tanti misteri italiani e che si andrebbe ad inserire in quella strategia della tensione che ha caratterizzato i cosiddetti anni di piombo in Italia.
Sara Cucciniello
La Macchinazione
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