Viviamo in un Paese che dimentica troppo in fretta, in una generazione distratta persa tra la tecnologia. I giovani oggi hanno bisogno di ricordare e non dare per scontato i sacrifici di persone che hanno lottato per il loro presente.
A tal proposito il 6 maggio scorso si è concluso ufficialmente un progetto del Liceo Ettore Palumbo di Brindisi che prevedeva l'adozione di Renata Fonte come vittima di mafia. Erano presenti, oltre ad un centinaio di studenti, anche personaggi illustri come il Prefetto di Brindisi, il procuratore capo Marco di Napoli, l'onorevole Nando dalla Chiesa, il comandante dei carabinieri, la direttrice del carcere e tanti altri attivamente impegnati nella lotta per la legalità. Un breve video ad opera degli studenti ha dato inizio alla manifestazione presentando la biografia di Renata Fonte ed evidenziando il suo coraggio mostrato nell'opporsi alla speculazione edilizia che avrebbe devastato il parco naturale di Porto Selvaggio. Renata Fonte, nata a Nardò nel 1951, appassionata insegnante di scuola elementare, a partire dagli anni Ottanta iniziò a impegnarsi attivamente nella vita politica divenendo presto consigliere e assessore del Comune di Nardò. Nel corso del suo mandato si distinse per la sua attività a difesa del parco naturale di Porto Selvaggio, soggetto a sotterfugi e speculazioni edilizie, attività per la quale, la notte del 31 marzo 1984, rientrando da un consiglio comunale, venne assassinata a pochi passi dal portone di casa. I tre gradi di giudizio del processo hanno permesso di identificare e condannare gli esecutori materiali dell'omicidio, tra cui un collega di partito. Tuttavia, si ritiene che i veri mandanti siano rimasti impuniti. Il Prefetto ha posto l'attenzione sull'importanza che riveste l'istruzione scolastica nel promuovere la cultura e la legalità. Il momento centrale della manifestazione è stato caratterizzato dagli interventi del procuratore capo Marco di Napoli, dell'Onorevole Nando dalla Chiesa e della figlia di Renata, Sabrina Matrangola che ha commosso l'intero auditorium con i suoi toccanti ricordi della madre. Più volte in questi interventi è stato posto l'accento sull'educazione alla legalità, come unico mezzo per poter cambiare questa società e liberarla da organizzazioni criminali come la mafia. Il momento più toccante e solenne della manifestazione è stato raggiunto, poi, con l'adozione formale di Renata Fonte come vittima di mafia del Liceo Ettore Palumbo: l'intero pubblico si è alzato in piedi e ha accolto il ricordo di Renata con un lungo e forte applauso. Sarebbe opportuno, quindi, che tali argomenti fossero affrontati in ciascun istituto e che le figure di uomini e donne coraggiosi, come Renata Fonte, vengano considerate dei modelli da imitare e non semplicemente degli eroi troppo spesso dimenticati.
Majra Speciale, 4B/ES Liceo "Ettore Palumbo"