"Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perchè in ciò sta l'essenza della dignità umana".
Il giudice Falcone lo ripeteva sempre, e proprio perchè compiva il suo dovere è stato ucciso il 23 maggio del 1992.
Lottava la mafia, quella della Sicilia degli anni settanta-novanta, quella che tratteneva legami con l'America. La mafia delle amicizie con la politica, dei corpi ritrovati distrutti nell'acido. La mafia che apriva i conti, e che li chiudeva solo con la morte . . di chi è giusto, di chi la ostacola. Giovanni Falcone era arrivato a conoscerla, la mafia: spesso diceva anche di esserne "specialista"! Ma il giudice non doveva lottare solo la mafia, doveva convivere anche con la mentalità mafiosa presente in Sicilia: sempre pronti a giustificare i tanti omicidi e a motivare il silenzio, sempre riluttanti a testimoniare. Ed è così che Cosa Nostra si è resa in quegli anni quasi invisibile fino a conquistare, nel terreno fertile dell'omertà, ogni piega della società. Ma il giudice Falcone voleva cambiare questa situazione, assieme alle persone di cui più si fidava, che però vennero fatte fuori una ad una. Per isolarlo, e Giovanni Falcone sapeva il motivo : "prima ti isolano e poi ti ammazzano" diceva, riconoscendo di essere "un morto che cammina". E la paura, in questo caso, avrebbe immobilizzato chiunque. Ma non il giudice, il quale in un intervista ha detto che "l'importante è saper convivere con la propria paura, non farsi condizionare dalla stessa". Nonostante le mille minacce. Ma quel giorno, alla fine, è arrivato. E non è morto in silenzio, è morto davanti a tutti, facendo rumore, dando ancora fastidio ai suoi aguzzini. Perchè "il sangue dei giusti è seme".
Il 23 maggio non è morta la speranza dei cittadini onesti. Il 23 maggio è proprio la giornata della speranza, speranza che noi giovani, educati con i valori in cui Giovanni Falcone e gli uomini della sua scorta hanno creduto, come l'amore per lo Stato e la giustizia, potremo cambiare la società, rendendola migliore. Falcone diceva sempre che "il vigliacco muore più volte al giorno, il coraggioso una volta sola"..ma non penso possa essere così, perchè chi è coraggioso non muore mai, e noi abbiamo la gravosa e bellissima eredità di mostrare che Falcone è ancora vivo.
Eliona Lekli 4B/ ES Liceo "E. Palumbo" Brindisi