In sedici capitoli, uno per ciascuno dei dodici principi fondamentali della Carta e quattro dedicati ai titoli che la compongono, il punto di vista del costituzionalista Michele Ainis si accompagna a una lettera illustrata dal critico d'Arte Vittorio Sgarbi attraverso le opere d'arte evocate da testo costituzionale, un dialogo che rileva la bellezza di un documento a cui lavorarono filosofi, studiosi e intellettuali come Croce, Marchesi e Calamandrei, interpreti moderni delle istanze risorgimentali di Mazzini e Cavour.
Giovedì 12 maggio, sono le 21,30... ho il telecomando in mano, comincio a zippare, RAI1, RAI2..."La Costituzione e la bellezza": queste parole attirano la mia attenzione, guardo in basso a sinistra, scopro il titolo della trasmissione "Virus, il contagio delle idee"... c'è Sgarbi con un dipinto di Pellizza da Volpedo, "Il quarto Stato". Mi piace ed ascolto.
"La Costituzione e la bellezza" è il titolo di un libro scritto a quattro mani da Michele Ainis e Vittorio Sgarbi che accostano al rigore e alla fermezza della Costituzione, la leggerezza e la pacatezza dell'arte. Sono infatti ricorrenti i riferimenti a dipinti raffiguranti la capacità dei vari artisti di combinare la loro idea di arte con la visione che avevano nei confronti della legge, sottolineare come fosse importante esaltare la bellezza della Carta Costituzionale se guardata da un'altra prospettiva, ovvero quella artistica, ma non solo: difatti, la Costituzione potrebbe essere considerata come l'unico collante che tiene unite le differenze del Paese nei vari campi culturali. In classe leggemmo l'art. 1 della Costituzione: «L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Libertà: l'uomo ha lottato sempre e lotta tutt'oggi per difendere questo diritto!. Guardando il programma riconosco il dipinto mostrato da Sgarbi, definito un esempio di come l'artista Giuseppe Pellizza da Volpedo rappresentò la sua idea di Costituzione e bellezza: è "Il quarto stato", un dipinto di gradi dimensioni, 245x543cm, realizzato tra il 1895 e il 1901, ad olio su tela, ubicato a Milano nella Galleria d'Arte Moderna.
"Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il quarto stato. Il dipinto è considerato il manifesto dell'impegno sociale e umanitario del pittore, convinto che nella società del tempo l'artista avesse il compito di educare la popolazione, elevandola spiritualmente e culturalmene tramite l'arte. E' anche interessante, per la coincidenza di date, il riferimento al celebre discorso che Giolitti tenne alla Camera nel 1901, proprio sulla questione dell'ascesa politica delle classi popolari." (E. Pasqualone)
Prof.ssa Stefania Colotti, Simona Speranza, Liceo "G. Bianchi Dottula", Bari