IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

Valutazione attuale: 2 / 5

Stella attivaStella attivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Cosa vi rimane, della nostra somma cultura?
Le perplessità che si accumulano, sono innumerevoli e lasciano perplessi, in quanto basti pensare cosa eravamo, cosa producevamo, di chi il nostro paese era la madrepatria e chi, con celebri produzioni artistico-letterarie, ha esportato la sua immagine e la cultura di un intero popolo, rendendolo invidiabile e inimitabile, un modello unico da cui tutti traevano spunto.

L’Italia vien definita ‘Bel Paese’, non affatto a caso, bensì dopo secoli di storia, di scoperte, di innovazioni letterarie, di rinnovamenti e restauri del nostro immenso e unico patrimonio culturale, il quale sembra sempre più ignorato che apprezzato dagli stessi italiani.
Sembra tornare in auge la definizione ‘Serva Italia, non donna di province, ma bordello’, del ‘Sommo Poeta’ Dante Alighieri, in cui il ruolo recitato dal nostro paese prendeva già un’ accezione negativa, venendo considerata come terra di conquiste degli stranieri, in cerca di un pezzo della nostra terra e della nostra somma cultura.
Una grande dinastia di poeti italiani si è successa, passando da Petrarca e Boccaccio, a Dante e Parini, da Goldoni ad Alfieri, Foscolo, Manzoni, padre della vera lingua italiana, quella dell’Italia finalmente unita, chiudendo questa gloriosa dinastia nella seconda metà del Novecento, con scrittori del calibro di Pirandello e Svevo, ma oggi cosa ci rimane di tutto ciò?
HistoriaeFrammentariae, direbbe Sallustio, pensando ai pochi frammenti rimasti di tutto il nostro sapere e persistenti nella cultura odierna, ma fino a che punto hanno lasciato il segno, i grandi poeti e scrittori fiorentini, tra i tanti?
La tendenza è simbolo di provincialismo e le province sono alla base dell’organo quale è lo stato, in senso politico e civile e ciò va a indicare come un fenomeno sociale che attrae province in primis e poi si diffonde su tutto il territorio, tenda a spostare il baricentro delle masse, non più vogliose di sapere e di dibattiti culturali, ma limitate a uno spazio virtuale, confinato in uno strumento di ultima tecnologia.
La letteratura è uno dei più grandi Made in Italy, che siamo riusciti a esportare all’estero, con l’aiuto della storia e dell’evoluzione civica di un popolo che si identificava alla base, con la cultura stessa, lingue, dialetti, manoscritti, una manifattura culturale di prima qualità, andata smarrendosi proprio con l’avanzare della storia e l’apertura delle frontiere nazionali e mondiali;più comunemente possiamo definirla con l’accezione ‘globalizzazione’.
Siamo passati dai caffè letterali ai Wi-fi nei coffe-shop, giacché la nostra vita è ormai stata mondializzata, sappiamo tenerci un senso nazionalistico che permane nell’ambito culturale?
La risposta, ce la darà ancora una volta la storia, madre di tutte le lingue e della stessa umanità.
Domenico Bassi, IV D/SU
Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane "F. De Sanctis" - Trani

Seguici su . . .

RSS filled 32

Newsletters

Iscriviti alla nostra newsletters, resta informato!!

Photo and video gallery

Utility