Arriva nelle sale il nuovo film di Paolo Virzì, "La pazza gioia", una pellicola con cui il regista livornese, attraverso toni brillanti e grandi sprazzi di umanità, racconta di un viaggio di due donne ospiti di una comunità di recupero femminile per malattie mentali, le quali affronterano con la loro fuga, le cause dei loro disturbi psicologici.
Annoverato fin dai suoi esordi tra i migliori registi italiani degli ultimi venticinque anni, Virzì con i suoi toni nostalgici, frizzanti, e ottimistici ha da sempre raccontato del nostro Paese in tutte le sue forme, dalla sua evoluzione negli anni '90 fino all’eterna disparità delle classi sociali italiane. In tutte le sue opere ritroviamo queste realtà tipicamente italiane, ritratte con personaggi e storie vibranti ed accattivanti. Il talento da cineasta di Virzì è stato ben presto riconosciuto anche all’estero, poichè due dei suoi film sono stati scelti per rappresentare il cinema italiano all’estero nella corsa dei premi hollywodiani, fino ad arrivare a qualche settimana fa, dove al Festival di Cannes il suo ultimo film ha raccolto dieci minuti di applausi e il plauso della critica, fino a replicare il suo successo anche in territorio italiano.
Tra i suoi più recenti e riusciti lavori ricordiamo “Caterina va in città“, dove Virzì mette a confronto la realtà di paese con quella delle grandi città, attraverso il racconto di formazione della giovane protagonista; “N-Io e Napoleone“, film dove si interroga sul rapporto tra l’intellettuale e il potere, per poi rappresentare le somiglianze dello scenario politico del passato con quello del presente; “Tutta la vita davanti“ mostra invece un ritratto spietato sulla condizione dei giovani lavoratori precari, e sul mondo del lavoro italiano, raccontando la vita di alcune giovani telefoniste in un call-center; “La prima cosa bella“ rappresenta uno dei lavori più personali per Virzì, tanto da ambientare il film nella sua città natale, dove tratteggia un completo e toccante ritratto degli anni ’70, raccontando della figura di una madre allo stesso tempo amorevole e ingombrante nella vita dei figli; con il suo penultimo “Il capitale umano“ Virzì con uno stile atipico per il nostro cinema e atmosfere da thriller, offre un ritratto dell’Italia piegata dalla crisi economica, racontando dell’incontro tra due famiglie, unite da un segreto dei loro figli.
Con il suo ultimo film Virzì non fa altro che completare il suo percorso da regista e sceneggiatore, continuando a confezionare film dopo film opere cinematografiche sempre più profonde e ricche di sfumature. Recente è stata la sua presenza a Bari, quando agli inizi di aprile, la giuria del Bifest (Bari International Film Festival) gli ha consegnato il Premio Platinum Award per l’eccellenza artistica, a seguito della proiezione al teatro Petruzzelli del film “La prima cosa bella“, a cui sono seguite interessanti domande dal pubblico al regista, che ha raccontato dei suoi primi studi a Roma, dove è stato a contatto con i più grandi talenti del cinema italiano, e anche alcuni aneddoti del film "La pazza gioia“.
Noto è il sodalizio con la talentuosa attrice Micaela Ramazzotti, divenuta sua moglie nel 2009 e conosciuta nel 2008, con la quale ha lavorato in ben tre film.
Pablo Traversa classe III^ A Economico -sociale Liceo Bianchi Dottula