“Ficcando li occhi verso l’oriente” (Dante, Purgatorio Canto VIII)
Cos’è il domani? Perché il termine futuro provoca tanti tumulti interiori? Qual è la strada migliore da percorrere?
Le domande che caratterizzano il periodo della nostra vita in cui siamo tenuti ad effettuare delle scelte che potrebbero determinare il nostro futuro sono tante. Se per Dante l’oriente indica la nascita, verso quale direzione dobbiamo volgere il nostro sguardo?
Esistono due tipi di orientamento che gli studenti affrontano durante il percorso scolastico e uno risulta essere funzionale all’altro. Il percorso di formazione che scegliamo di intraprendere con la scuola secondaria, aiuta ad orientarci verso la strada che permette di avviare e intensificare la maturazione del nostro essere e che ci illustra le predisposizioni cui il nostro animo tende. Ma alla scelta cui siamo sollecitati a rispondere per poter entrare nel temuto luogo di nome mondo, ha un peso maggiore rispetto a quelle che potremo aver già fatto. L’utilità dell’orientamento universitario è quella di confermare idee invase dalle incertezze, di illustrare il funzionamento di un diverso luogo di formazione e di cercare di incoraggiare ad avere un atteggiamento diverso rispetto a quello adottato nell’involucro protetto degli insegnanti. La maggior parte delle perplessità circa la giusta facoltà da intraprendere nascono dalla paura di sbagliare e dalla mancanza di sicurezze che pensiamo di non avere perché non siamo del tutto consci del fondamento della nostra personalità. Essere predisposti verso ambiti scientifici o umanistici aiuta a capire meglio il giusto orientamento da seguire ma molte volte sono le nostre stesse capacità, nonostante anni e anni di studio, ad essere messe in dubbio. Dunque, indipendentemente dalle scelte fatte, potremo aver sempre timore di essere giudicati perché ritenuti diversi, di diagnosticare la cura sbagliata ad una malattia, di avere il dito puntato contro perché ritenuti dei falliti a priori o di essere dei grandi sognatori che si illudono di realizzare un sogno considerato impossibile da concretizzare. La fiducia in se stessi è il primo tassello da aggiungere al puzzle della vita ma questo a volte sembra non bastare perché altri dubbi posso spesso derivare dalla propria condizione economica. Infatti questa può rendere limitati gli orizzonti di scelta, può far precipitare un individuo in una condizione ritenuta inferiore rispetto a quella di altri o può alimentare le negatività circa la paura di deludere i propri genitori. Ma è meglio affrontare le situazioni pur sbagliando o rimanere nel proprio nido essendo inattivi a vita? Decidere di cambiare indirizzo di studio improvvisamente non è sinonimo di sconfitta ma il più delle volte ciò dipende anche dalla fortuna di cui Machiavelli parla e dalle circostante che sempre ci mettono a dura prova.
Il nord che tutti tendiamo a ricercare come guida spesso però è influenzato dalle questioni sociali in cui quotidianamente viviamo. Dunque è meglio scegliere in relazione a ciò che piace o in base alle possibilità lavorative che in futuro potremo avere?
Se è vero che il futuro è qualcosa di ignoto perché proiettare il nostro presente in funzione di quest’ultimo?
Orientarsi vuol dire anche seguire il proprio istinto grazie al quale ci si ritroverà a vivere in un contesto scelto prettamente da noi, piacevole, motivante e che ripaga tutti i sacrifici fatti. Pensare prima di tutto a se stessi non significa essere egoisti ma avere un pizzico di ambizione e umiltà che permettono di trovare la propria unicità nel mondo. Al di là dei consigli accettati o meno, delle persone che riteniamo essere da guida e le esperienze già da altri effettuate, i punti cardinali da seguire sono le nostre passioni. Possiamo prendere spunto da qualcuno circa il giusto spirito da utilizzare per affrontare le varie scelte ma la robustezza delle proprie ossa dipende solo ed esclusivamente da se stessi. Se Dante attraverso il viaggio, se pur immaginario, effettuato nell’Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso è riuscito a “riveder le stelle”, ognuno di noi può trovare dentro di sé il faro che permetterà di illuminare il proprio cammino.
Anna Donatellis
V D Scienze Umane
Liceo “F. De Sanctis” – Trani