Cosa vuoi fare del tuo futuro? Cosa vuoi diventare da grande?

Sono queste le domande più ricorrenti che costantemente mi vengono poste e la mia risposta lascia tutti un po’ interdetti: ’’Ho intenzione di scegliere la facoltà di Lettere per inseguire il mio grande sogno, quello di diventare docente di italiano e latino’’. Cosa? Lettere? Hai intenzione di fare la disoccupata a vita? Sono queste le reazioni più frequenti e sono ben pochi, quindi, coloro che encomiano il mio coraggio per la scelta fatta. Ma di certo non mi scoraggio, non è proprio il mio caso. Inseguo questo sogno sin da bambina, quando simulavo le lezioni di italiano alle mie bambole preferite e immaginavo che loro mi ascoltassero estasiate. Chissà possa succedere un giorno anche con i miei alunni...penso spesso. Ebbene si, è questa la mia più grande aspirazione, la meta che ho sempre desiderato raggiungere. Mi ricordo quando, alle elementari, la mia maestra di italiano ci insegnò i proverbi   più popolari e tra questi riecheggiava ''chi la dura la vince''. Allora, perché non posso sperare che un giorno possa vincere io questa battaglia contro il futuro? Perché non posso auspicarmi che tra qualche anno il lavoro ci sarà? Oggi come oggi, purtroppo, per quanto mi riguarda, il futuro sembra porsi in modo fuorviante in quanto le materie umanistiche sono state soppiantate da quelle scientifiche. Il sapere è nella scienza, ora si parla di ''progresso scientifico''. Ci troviamo, purtroppo, in una contesto sociale che considera morta la lingua latina, che disprezza il mondo dei classici per rivolgere l’attenzione solo ed esclusivamente al mondo scientifico. E io, oggi, voglio urlare a tutta questa gente che il sapere scientifico deriva da quello umanistico e che la letteratura italiana, l’arte, il latino non possono essere cestinate come niente fosse. Perché, allora, parliamo di Italia come sinonimo di patrimonio letterario e artistico? Molto spesso dimentichiamo le nostre origini, le rinneghiamo così come disdegniamo il contributo dei nostri poeti e dei nostri artisti alla nostra nazione. Per salvare tutto questo, quindi, dobbiamo permettere che tutti possano seguire i propri sogni e le proprie attitudini anche se riguardano lavori che oggi sono completamente declassati. Cosa c’è di più bello di coltivare la propria passione e di farne il proprio lavoro? Si possono ostacolare delle ardite aspirazioni solo perché riguardano materie ormai ''desuete''? Questo non deve e non può succedere. E come dice Paulo Coelho ''Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni''. E allora corriamo tutti questo rischio, perché sicuramente ne varrà la pena e alla fine del nostro cammino la nostra passione saprà come ricambiarci.
Emanuela Bonfitto, V B Liceo Scientifico