Il giorno 10 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani in difesa del diritto di libera espressione, ha avuto luogo nell'Aula Conferenze del liceo "G. Bianchi Dottula" la presentazione del libro "La comunicazione è relazione" (ed. Gelsorosso) del caporedattore della Cultura di Rai Tre Puglia, il giornalista Enzo Quarto. A dialogare con lui il direttore di "Epolis- Bari" Dionisio Ciccarrese e due rappresentanti del Comitato Giovani UNESCO - Puglia Giulia Serinelli e Simona Ferrante.
Durante l'incontro si sono affrontati vari temi. Si è partiti dalla lettura e dal commento dell'art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, secondo cui ogni individuo ha diritto ad avere ed esprimere le proprie idee e opinioni attraverso ogni mezzo e senza frontiere, a cui ha fatto seguito una discussione attenta e approfondita, a tratti, anche provocatoria del testo di Quarto.
Il giornalista nasce a Taranto e lavora a Bari per la RAI. La sua produzione letteraria è vasta. Segnaliamo "L'anello di Egnazia", "Elia", "Lo sguardo di Abele", "Exit mundi" e, infine, "Carezze". Le opere sopra citate sono corredate dalle note musicali del maestro Giovanni Tamborrino. Nel 2012 ha pubblicato la raccolta di favole moderne “Pacobiclip e altri racconti". Quarto ha ricevuto il Premio Sentinella del Creato 2013 a Trento ed è stato inoltre presidente dell'Unione Cattolica Stampa Italiana di Puglia per sei anni. Il libro-denuncia "La comunicazione è relazione" indaga il rapporto tra comunicazione -ormai sempre più semplificata- e relazione (come già suggerito dal titolo) attraverso le esperienze professionali di Quarto. Il testo invita a riflettere sulle forme della professione giornalistica che sembra aver sacrificato la dimensione etica in nome del sensazionalismo e del far notizia ad ogni costo. Al contrario, è opportuno ripensare il ruolo del giornalista riscoprendo la centralità dell'humanitas, ossia di tutto quel corredo valoriale, che connota la morale dell’uomo occidentale fin dai tempi dell'agorà.
Affinchè ciò avvenga è necessario perseguire la strada che conduce alla verità, che va salvaguardata sempre, se si vuol continuare a vivere in una società libera e democratica. Questo implica, dunque, assumere l’atteggiamento critico di chi si pone alla ricerca della verità servendosi degli strumenti del vaglio delle fonti, del confronto e dell'ascolto. Senza quest'ultimo la comunicazione sarebbe sterile, la parola finirebbe per rispecchiare se stessa e la comunicazione diverrebbe solo bieca persuasione priva di contenuto. Il testo adempie a due scopi: il primo è stimolare i giornalisti che hanno scelto il mestiere per spirito di servizio a fare un esame di coscienza per una piena verifica della loro professionalità, bandendo titoli tossici e ricostruzioni manipolate; il secondo è una riflessione sociologica che nasce anche da un profondo sentimento cristiano. Bisogna rieducarci alla sobrietà, reagire all'alienazione del nostro tempo, a detta di Quarto, riscoprendo l'esempio di Cristo, che ha fatto dell'ascolto dell'altro uno straordinario strumento di rivoluzione culturale.
L'autore suggerisce, inoltre, che per ridisegnare con maggiore equilibrio i contorni della nostra società, purtroppo trasformata in una plutocrazia, in cui solo le cose materiali hanno valore, la funzione dei media e' fondamentale. Essi possono diventare bastioni a salvaguardia della verità raccontando finalmente come stanno le cose e svelando come l'"inghippo" della demoniaca alleanza tra economia e politica a livello globale stia trasformando la nostra realtà in una temibile distopia nella quale non ci sono vincenti.
Federica Delconte Alessia Persia III AU LIceo Bianchi Dottula