Niente di più terribilmente vero. Ma non per Anas Al-Basha. Anas era un ragazzo di soli 24 anni, conosciuto come il clown di Aleppo. Aveva deciso di rimanere lì e non fuggire con i suoi genitori in campagna, per poter continuare così, con il suo naso rosso e la sua parrucca,a donare un sorriso ai bambini di Aleppo, per lo più orfani. Anas è morto martedì scorso, sotto le macerie della città bambardata in cui aveva deciso di vivere.
La guerra spesso trasforma alcuni uomini in "eroi" e tanti altri in mostri, ma la maggioranza in spettatori increduli che postano solo qualche frase su qualche social network, indignandosi per tutte queste morti. Ma Anas non era un eroe e se lo considerassimo così noi tutti ci potremmo, sì, mettere l'anima in pace, dicendoci che gli eroi sono coloro che compiono grandi azioni mentre noi siamo solo gente comune, ma cadremmo in un'ipocrisia agghiacciante che ci porterebbe a credere che la guerra sia lontana da noi. Eppure, sarebbe davvero così difficile per noi portare anche solo un briciolo di gioia e sorriso, laddove c'erano solo paure e lacrime? È davvero questa una grande azione che possono compiere solo gli eroi? Non sarebbe più bello se capissimo che i veri eroi sono proprio coloro che scappano dalla guerra cercando un alternativa di vita serena venendo però molto spesso rifiutati? Perchè dopotutto la speranza che va contro l'evidenza della realtà, oggi, è eroica in sè.
Anas, ormai, è morto e quando muore un clown tutto diventa improvvisamente più triste, perchè si ruba ai bambini un po' di quella loro infanzia. Ma Anas potrebbe vivere anche per sempre, nel sorriso di un bambino che noi potremmo rubare proprio al dolore e alla paura.
Eliona Lekli 5B/ES Liceo "Ettore Palumbo" Brindisi