Nel 2016, la scrittrice ha pubblicato per Feltrinelli il suo quindicesimo romanzo, Caffè Amaro, tradotto; in tutto il mondo. Il romanzo, ambientato in Sicilia, in un periodo compreso tra i Fasci siciliani e la fine della seconda guerra mondiale, narra la storia della giovane Maria Marra. A soli quindici anni, ella sposa il rampollo della famiglia Sala, Pietro, un facoltoso trentaquattrenne, amante della vita sociale e cittadina, il quale, guidato dalla superficialità, vive una vita all’insegna del divertimento e del vizio. Egli prende per moglie la ragazzina, senza curarsi della dote. Grazie a lui, Maria conoscerà l’eros, la ricchezza, ma anche molti dolori. Crescendo, diventerà una vera donna, consapevole, col passare degli anni, che l’unico suo amore è Giosuè Sacerdoti, che ha vissuto tutta la sua fanciullezza e adolescenza in casa Marra. Questa tipologia di romanzo storico, “postrisorgimentale siciliano”, nella definizione di Spinazzola, e di formazione, con una connotazione pedagogica e psicologica dei personaggi, sviluppa una riflessione sulla condizione di sottomissione e minorità, a cui le donne sono state sottoposte per secoli. Non per altro, il personaggio di Maria è il prototipo della emancipazione femminile. Le piccole lotte, come studiare e diventare maestra, grazie all’aiuto di Giosuè, suonare il piano, imporre le sue regole con un contratto prematrimoniale in cinque punti che Pietro deve accettare, e allattare la figlia, senza affidarla ad una balia, suscitano scalpore in una società di impronta maschilista come quello dei primi del Novecento. Per questo aspetto, il romanzo si inserisce nel filone detto dell’ ”archeologia femminista”: in opere come questa, i personaggi maschili, di fronte alla prepotente superiorità di quelli femminili – vedi Maria - subiscono una forte deminutio. Uno di questi personaggi è Pietro. Tre aggettivi definiscono perfettamente la sua figura: donnaiolo, capriccioso e benestante. Essendo più grande della moglie di vent’anni, ha una visione del mondo differente e mondana. Egli è un incrocio di modelli classici: il nobile amante dell’arte, delle donne e del lusso alla Andrea Sperelli, e dell’aristocratico siciliano inetto negli affari e sognatore alla Vitangelo Moscarda. Inoltre, in lui si annidano tendenze nichilistiche, la passione del gioco e lo sperpero sconsiderato di denaro, che lo rendono una figura affascinante. Egli inoltre fa uso di sostanze stupefacenti come la cocaina e l’oppio. “Demoni del sottosuolo” albergano nel suo animo e producono scompensi umorali. Come nei personaggi di Dostoevskij, e come in ognuno di noi, in Pietro, esistono due anime, una buona e una malvagia, in perenne conflitto. A causa della sua passione per il gioco, contrae seri debiti, tanto che viene privato dal padre del controllo sui beni di famiglia e gli viene attribuita solo una rendita. L’unico amministratore delle ricchezze di famiglia diventa Maria. Alla fine del romanzo, egli è ridotto ad una larva e muore in una gabbia di scimmie, da lui allevate, segno della degradazione estrema del personaggio.Caffè Amaro, come già anticipato, è anche un romanzo di formazione: questo aspetto si coglie in Giosuè. Figlio di un fervente socialista, Tonino, cresce secondo gli ideali del padre. Il 20 gennaio del 1893, padre e figlio si recano ad una manifestazione del Fascio dei contadini a Vuttara, dove, però, il genitore perde la vita insieme ad altre undici persone. Giosuè, segnato da questa morte improvvisa, è accolto nella famiglia Marra, a cui mostra sempre un’immensa gratitudine. Divenuto un ragazzo dalla “virilità prorompente”, entra nell’Accademia di Modena, raggiungendo i gradi di capitano. È un personaggio paradigmatico, poiché compie una scelta comune a tanti uomini di allora: abbandona le file del Partito Socialista e aderisce ai Fasci di combattimento e poi al PNF. Inoltre, come i personaggi bildungroman, Giosuè è legato alla Storia: in qualità di ispettore, viene inviato infatti in Libia per analizzare e studiare il territorio prima della spedizione di conquista iniziata nel 1911 dal Governo Giolitti. Nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, egli, origine ebree, è costretto a scappare per cinque lunghi anni, protetto dall’alte gerarchie cattoliche. Infine, alla morte di Pietro, egli corona il suo sogno d’amore con Maria, andando a vivere con Rita, la figlia nata dalla loro relazione. Se si vuole veramente capire la politica e la società del ‘900, fondamentale è la lettura di Caffè Amaro. Attraverso le pagine di questo romanzo, si può cogliere l’evoluzione della storia dell’Italia dai Fasci siciliani fino alla seconda guerra mondiale. Un grande spazio è dato agli eventi che nei libri di storia non sono presenti o non sono così dettagliati. Nel romanzo compaiono personaggi realmente esistiti, come Emilia Santamaria, illustre pedagogista, e il marito Angelo Fortunato Formiggini, editore ebreo e la famiglia lombarda Crespi d'Adda. Anche la strage del 20 gennaio del 1893 è realmente avvenuta a Caltavuturo. Qui undici contadini su cinquecento morirono, per manifestare pacificamente per una riforma agraria che ridistribuisse le terre. Il romanzo fa luce sulle motivazioni e sugli eventi collegati al movimento dei Fasci siciliani, che avevano come obiettivo quello di contrastare il latifondo agrario e di raggiungere più degni livelli di giustizia sociale e di libertà e che furono stroncati dallo stato d’assedio del Governo Crispi. Un altro spunto di riflessione sulla storia di Italia e sulle nostre vergogne è il madamato, una sorta di schiavitù sessuale o matrimonio comprato, che i fascisti italiani, in terra di Etiopia, intendevano come “libero accesso a prestazioni domestiche e sessuali”. Per finire, il romanzo, pur connotandolo aspramente, evidenzia come il fascismo, sebbene sia nato a seguito di un colpo di stato, abbia goduto di un consenso universale, dettato da un da bisogno d'ordine ideale. “Non dobbiamo mai smettere di interrogarci e di mantenere alta l’attenzione sulla capacità di un leader di manipolare le masse”. Parola di Simonetta Agnello Hornby. (Feltrinelli, 2016, 352 pag., euro 18,00)
Daniela Deceglie, Alessia Lopez III Au Liceo “G. Bianchi Dottula"