IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Ed è solo quando ci si dedica interamente alla propria passione nella vita che si può essere così orgogliosi e ricchi dentro la propria anima, ritenendosi soddisfatti per il proprio vissuto.
C'è chi di questa passione è riuscito a farne un lavoro, portando avanti una delle più importanti figure tra gli artigiani, ad oggi quasi scomparsa dalla realtà italiana giovanile, rimanendo soltanto un ricordo tra i più cari anziani. E' il mestiere del maniscalco o meglio riconosciuto nel linguaggio quotidiano come il “ ferra cavalli” .
E' un arte ed un lavoro fondamentale per il benessere dell'animale il quale necessita una base di ferri sotto gli zoccoli, al fine di evitare la loro consumazione e il disagio di aver difficoltà nel camminare. L'idea di utilizzare ferri per proteggere lo zoccolo, risale probabilmente agli antichi romani intorno il IV secolo, che inventarono l'ipposandalo, ovvero un sistema per riparare il piede del cavallo da una ferita, o utilizzarlo essenzialmente al passo. La ferratura vera e propria, così come la si pratica oggi, fu introdotta dai Galli e dai Celti, maestri nella lavorazione del ferro. Infatti, il vero successo di tale arte si ebbe con l'avvento delle crociate, visti gli innumerevoli spostamenti che i cavalieri dovettero affrontare. Pian piano la figura del maniscalco cominciò a diffondersi, anche se non è stato mai un lavoro tanto facile. Bisogna aver l'abilità di osservare la postura e gli appiombi del cavallo per adottare una ferratura che non obblighi l'animale a cambiare il proprio equilibrio con conseguenze piuttosto gravi. Anche per questo, per garantire ancora una volta il benessere, è bene ferrare ogni quaranta giorni, poiché il ferro tende a consumarsi, ma sopratutto perchè lo zoccolo cresce e necessita di una nuova ferratura.
Nel nostro territorio, ma anche nelle provincie, viene certamente ricordata la figura di “Mestru Mimino”, Cosimo Suma, che nell'arco della sua carriera, come enunciava spesso con orgoglio, può vantare di essere stato per tre anni, l'unico maniscalco in attività nella regione Puglia.
Ha sempre raccontato la sua vita con un certo luccichio negli occhi azzurri, una voce tremante e un sorriso volto a dimostrare le grandi soddisfazioni ricevute.
La sua passione, ricordava sempre, è stata alimentata e scoperta all'età di soli tre anni, quando salì in groppa ad un asinello, per la prima volta, con il desiderio di non scendere più e un sogno che giorno dopo giorno cominciava a prendere forma. Nel 1953 che si trasferì a Brindisi  dalla città natale San Michele Salentino, per aprire una delle sue prime botteghe in via Bastioni San Giacomo, che lo portò ad essere celebre e punto di riferimento nel campo equestre. 
All'epoca, come ben sappiamo, il cavallo era il mezzo di trasporto più utilizzato,  nonostante l'avvento della Fiat. Ha girato l'Italia tra le grandi fiere equestri più celebri,lasciando la sua impronta segnata dal suo animo buono e le sue grandi capacità professionali. 
Ha continuato a svolgere l'attività di maniscalco fino a qualche anno fa, soprattutto nello storico e ad oggi ancora presente “Circolo Ippico Mitrano”. 
Come ogni storia anche la sua ha avuto una fine all'età di 87 anni, il 21 dicembre 2016.
Si dice che “l'amore è l'anima e l'anima non muore mai”; ed è questa la frase che sicuramente ci piace ricordare per ricordarlo e per non dimenticare tutti coloro che non hanno saputo o potuto adattarsi all'alta tecnologia che deve rispondere ai tempi brevi. Il lento e gratificante lavoro "ha chiuso la sua bottega" perché  noi abbiamo chiuso la "bottega della pazienza".
 
Suma Elena 5B/Es  Liceo "Ettore Palumbo"  Brindisi

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