Il 25 gennaio l’auditorium Tarentum di Taranto, all’interno del progetto “Tarentum Legge” organizzato dalla nostra scuola, ha ospitato l'autore Pino Roveredo. Durante l'incontro l'autore, caratterizzato da uno spiccato senso di umorismo e da particolari doti da intrattenitore, ha avuto occasione di presentare il suo ultimo libro, “Mastica e sputa”, una raccolta di racconti dal carattere fortemente autobiografico.
Tale raccolta racchiude quelli che sono i temi ricorrenti in tutte le sue opere: l'attenzione per quelli che l'autore stesso, seppur a malincuore, definisce “ultimi” o “esclusi”, persone che per un motivo banale o un qualsiasi pretesto vengono allontanati dalla società, etichettati come “anormali” da coloro i quali autonomamente si sono affibbiati il nominativo di “normali”; vengono trattate vicende dai forti risvolti emotivi e psicologici, che inducono il lettore a “divorare” il libro in un unico boccone.
Tratti caratteristici dell'autore, infatti, sono:
il modo di sviluppare con leggerezza, quasi con dolcezza argomenti dai contenuti di per sé pesanti, che lasciano un retrogusto amaro sulla punta della lingua;
L'utilizzo di un linguaggio colloquiale, informale, che dà al lettore l’impressione di instaurare un dialogo diretto con il narratore;
Sentenze brevi ma dai forti e dirompenti risvolti morali.
In generale Roveredo si presenta come un uomo che, pur essendo oppresso da un macigno, costituito da dolori, tristezze e rimpianti, di dimensioni che vanno oltre qualsiasi limite di comparazione, è riuscito a cogliere gli aspetti positivi della vita da cui ricavare la forza e la volontà per non abbattersi e continuare a vivere, ponendosi come esempio per ognuno di noi.
Conclusa la presentazione del libro, ho avuto la possibilità di avvicinare l’autore e di porgli almeno una domanda.
La domanda che gli ho rivolto è stata: “Quali sono i suoi consigli per i ragazzi che, interessati alla scrittura, vorrebbero scrivere un libro?”
L’autore ha risposto affermando che ognuno dovrebbe scrivere per il piacere che questo gli procura, non per soddisfare qualcuno, non perché obbligato da altri, solo per se stessi, per soddisfare un bisogno interno. La scrittura dunque deve muovere da una motivazione puramente intrinseca.
Nel complesso sono riconoscente della possibilità di conoscere Pino Roveredo sia come uomo sia come autore che il progetto “Tarentum Legge” organizzato dalla nostra scuola mi ha fornito. Prima del progetto avevo personalmente passato un periodo in cui mi ero allontanata dalla lettura ma, anche se all’inizio più per dovere che per piacere, la lettura dell’ultimo romanzo di Roveredo mi ha colpita in modo particolare e mi ha fatto riscoprire il piacere e la bellezza della lettura. Con le sue parole l’autore mi ha dato un’ulteriore spinta nel non abbattermi, nel continuare a combattere per quelle che sono le mie passioni. Le sue parole mi hanno colpita con la consapevolezza che nonostante la vita proponga diverse sfide, di varia difficoltà, bisogna saperle affrontare a testa alta, che il piacere del vivere può essere individuato in quelle cose che vengono definite “piccole”, le quali non devono mai essere date per scontato, ogni giorno, ora, minuto, secondo a pieno, perché ciascuno di essi è prezioso e irripetibile, che bisogna sempre agire secondo le proprie inclinazioni, i propri sentimenti, i propri gusti, perché nulla potrà essere soddisfacente come essere se stessi.
Rossella Tenna VC - Liceo Vittorino da Feltre - Taranto