Il sapere ci rende ricchi e imbattibili perché è l’unica via di fuga dall’ignoranza, piaga della società. Rappresenta la nostra carta d’identità: ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che saremo.
Come mostrano gli ultimi sondaggi, i giovani hanno raggiunto la consapevolezza che, se qualche volta hanno preferito un libro ad un party, questo non fa di loro dei perdenti, anzi sono questi piccoli “sacrifici” che li rendono vincenti nella vita, quindi, essere “secchioni” non è poi così male se si ottiene la chiave del successo. Infatti, è il nostro bagaglio culturale che ci permette di essere ottimi candidati nella vita e ci apre le porte al mondo del lavoro perché i tempi sono cambiati e, con loro, le esigenze nell’ambito professionale. Se un tempo ci si poteva permettere il lusso di sottovalutare l’importanza della scuola, magari abbandonandola perché non si aveva voglia di frequentarla, ora ciò non è ammissibile: un titolo di studio non è tutto, ma costituisce gran parte del nostro futuro. Fortunatamente la cultura oggi è alla portata di tutti grazie alle borse di studio e sprecare questa opportunità sarebbe da sciocchi.
Questa nuova generazione pian piano sta acquisendo una nuova prospettiva verso la scuola, che non è vista più come un luogo noioso dove passare cinque ore della propria giornata perché una legge dice così, ma il punto di partenza per raggiungere i propri obiettivi e mettere i primi mattoni della propria esistenza.
Il “secchione” è diventato quasi oggetto di invidia per il proprio “secchio” stracolmo di conoscenze e curiosità, a differenza del ragazzo svogliato che considera lo studio una perdita di tempo. Fin quando i secondi prevarranno sui primi il mondo andrà a rotoli perché saper coniugare in modo corretto i verbi conta molto di più di ciò che si indossa o di come si è pettinati.
Non tutti possiamo essere dei piccoli Leopardi ma l’impegno viene premiato e lo sforzo vale sempre la pena. Magari un giorno lo studio verrà considerato dai più non solo un dovere ma anche un piacere: il piacere di sapere, di conoscere, di imparare, di avere una corazza per le difficoltà che si presentano, un escamotage per ogni occasione ma, ancor più importante, occorrerà avere l’umiltà di sapere di non sapere mai abbastanza.
Forse è proprio questa la chiave della felicità: essere soddisfatti della propria vita grazie al proprio bagaglio culturale.
“Sono secchione e me ne vanto”… spero che gli altri possano fare lo stesso senza paura dei pregiudizi altrui, anche se il “diverso” fa strano.
La cultura è il biglietto per il treno della nostra vita. Destinazione? I propri sogni!
Rosi Pia Di Viesti VA I.M.S. “Maria Immacolata” San Giovanni Rotondo