IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

Valutazione attuale: 0 / 5

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Gli esperti della Società Italiana di Neurologia, in occasione della Settimana Mondiale del cervello, si sono riuniti per fare il punto sulle raccomandazioni alimentari e sui nutrienti con valore terapeutico. Hanno, così, individuato dei Supercibi per la mente e divulgato veri e propri consigli da portare in tavola per prevenire e combattere i più comuni disturbi neurologici. Al contrario di quanto si riteneva in passato, la mente per funzionare bene ha bisogno di una sana ed equilibrata alimentazione. Prendiamo per esempio i vegetariani: non assumendo gran parte degli alimenti rischiano di incorrere nell'insorgenza di disturbi neuropatici quali Alzheimer, ictus e demenze. Un'alimentazione ispirata alla dieta mediterranea con un basso contenuto di sodio è un elemento cardine per la prevenzione primaria dell'ictus. Ci sono, inoltre, alimenti da consumare moderatamente come il sale e l'alcool, poichè associati ad un maggior rischio vascolare. Un'alimentazione povera di colesterolo e ricca di fibre, vitamine, antiossidanti (contenuti nell'olio di oliva) e grassi insaturi riduce l'incidenza di malattie quali Alzheimer. Come sostiene il professore Carlo Ferrarese, però, anche un moderato consumo di caffè e di vino rosso, con le numerose sostanze antiossidanti contenute, sembrerebbe avere un ruolo protettivo nei confronti dello sviluppo della demenza. Al contrario, alcune carenze vitaminiche, come folati e vitamine B12, possono facilitare l'insorgenza di questa malattia e questo appare causato da un aumento di omocisteina, una sostanza tossica per i vasi sanguigni e dei neuroni. Oltre ad una dieta sana, un ulteriore meccanismo di protezione è il sonno, che facilita la rimozione di proteine tossiche dal cervello riducedo l'accumulo di beta-amiloide e i suoi meccanismi di tossicità. I vegetariani, invece, sono definiti pazienti a rischio per mancanza di vitamine, soprattutto del gruppo D e proteine di provenienza animale. In Italia ci sono 4 milioni di vegetariani, di cui 4 mila vegani. Nell'arco di circa 10 anni, la loro dieta potrebbe essere la causa delle loro malattie. L'assenza di vitamina B12, infatti, determina un aumento dei livelli plasmatici di omocisteina con conseguente incremento del rischio di malattie cerebro-vascolari. Bisogna sottolineare che i segni di disfunzione neurologica si verificano 4/5 anni dopo l'inizio di una dieta vegana, quando i depositi corporei si esauriscono per far fronte al fabbisogno di questa vitamina. I non esperti suggeriscono un arricchimento della dieta vegana con integratori contenenti vitamina B12, ma ciò non riesce a compensare il deficit vitaminico, probabilmente per peculiarità intrinseche al metabolismo della vitamina B12 di provenienza animale. E' proprio per evitare conseguenze sgradevoli come queste sopraccitate che tutti dovrebbero seguire un regime alimentare più sano.

Gaia Arnesano, Giorgia Renna, isabella Sergio, Annarita Calasso IIDL Liceo Siciliani - Lecce

Seguici su . . .

RSS filled 32

Newsletters

Iscriviti alla nostra newsletters, resta informato!!

Photo and video gallery

Utility